«Amala, abbracciala e rispettala. Sempre»: potenza di un avverbio

Una campagna fotografica di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne che utilizza una "modella" e un "modello" con sindrome di Down, è quella ideata dal creativo Diego Di Flora per Faber Italia. Chiara Panaccione e Matteo Baiano, questi i nomi dei due protagonisti, ai quali è affidato un messaggio che riguarda tutte e tutti, con e senza disabilità, ovvero «Amala, abbracciala e rispettala. Sempre». E «Sempre» è scritto in grassetto, potenza di un avverbio
Chiara Panaccione e Matteo Baiano: campagna contro la violenza sulle donne
Chiara Panaccione e Matteo Baiano in uno degli scatti realizzati da Alessio Amatucci per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne di Faber Italia

Chiara Panaccione e Matteo Baiano sono due persone con sindrome di Down che frequentano l’Associazione di Promozione Sociale A Ruota Libera di Napoli. Normalmente non fanno i modelli, non posano per i fotografi, ma questa volta sì. Infatti, sono loro i protagonisti di una campagna fotografica di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne ideata dal creativo Diego Di Flora per Faber Italia, azienda che produce macchine da caffè e ha sede a Caserta.
Nello scatto qui a fianco riprodotto, realizzato dal fotografo Alessio Amatucci, Panaccione e Baiano indossano due felpe, gialla lei, blu lui, sorridono, guardano in camera, si abbracciano. Non c’è niente che faccia pensare alla violenza in quel gesto che esprime vicinanza e calore. Ciò che induce a riflettere è la scritta che correda l’immagine: «Amala, abbracciala e rispettala. Sempre». E «Sempre» è scritto in grassetto. Potenza di un avverbio.

«Sono fiera di avere rappresentato tante donne. La violenza è una cosa terribile, che non si deve ripetere. Dobbiamo aiutare le persone manesche e stare vicino a chi subisce violenza», dichiara Panaccione intervistata dalla testata «TPI – The Post Internazionale». «Le donne non si molestano! – aggiunge assertivo Baiano –. Per questo sono molto felice di avere partecipato a questa campagna, è stata la mia prima volta, è stato molto bello! Poi con Chiara già c’è un’intesa, un’amicizia da tempo, già frequentiamo un laboratorio di cucina insieme».

«Contro tutte le violenze, a favore dell’inclusività – argomenta in conclusione Di Flora –. Questo è il motore della nostra nuova campagna che si mette sulla scia della precedente che vedeva Babbo Natale baciare tutti contro l’affossamento del Disegno di Legge Zan [Disegno di Legge S. 2005, “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, che il 27 ottobre 2021 non ha superato la votazione al Senato, N.d.R.]. La scelta è ricaduta su due meravigliosi ragazzi che fanno parte dell’Associazione A Ruota Libera, realtà con la quale lavoro da anni».

Un’iniziativa, dunque, tutto sommato semplice, ma che affida a due persone con disabilità il compito di veicolare un messaggio riguardante tutte e tutti, con e senza disabilità. Non è frequente che ci si rivolga alle persone con disabilità per trattare di violenza di genere. Né è scontato che si affidi loro un messaggio universale. Ha parzialmente ragione Panaccione a dire «di avere rappresentato tante donne». Non ne rappresenta tante. Ci rappresenta tutte. (Simona Lancioni)

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con alcune modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.  Per approfondire il tema riguardante la Violenza nei confronti delle donne con disabilità, suggeriamo di accedere all’omonima Sezione, nel sito dello stesso Centro Informare un’H. Più in generale, sul tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, segnaliamo anche, sempre nel sito di Informare un’h, la Sezione Donne con disabilità.

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