La disabilità e la sicurezza

di Giorgio Genta*
Perché non obbligare chi causa gli incidenti stradali a prestare servizio di sabato sera al pronto soccorso? Potrebbe in parte ripagare la società dei danni arrecati e soprattutto far riflettere sul valore della vita... Su tutt'altro versante, troppe sono ancora le persone con disabilità vittime di incidenti in casa: ma ci si può stupire troppo che queste cose accadano in famiglia, quando lo Stato e le Regioni prevedono per i non autosufficienti anziani gravi ricoverati in strutture protette solamente 120 minuti di assistenza sulle 24 ore?

Pieter Bruegel il Vecchio, Il paese della cuccagna, 1567Uno dei significati più profondi della disabilità è probabilmente quello di insegnare ad apprezzare i valori veri della vita, in particolare il valore della salute e quindi di tutte le attività utili a mantenerla buona, sicurezza compresa.
Per le condizioni delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, siamo purtroppo frequentatori abbastanza assidui dei pronto soccorso e dei reparti di terapia intensiva. E qui, accanto all’anziano, al malato cronico, al paziente con trauma occasionale, vi è una moltitudine di ragazzi traumatizzati: il cosiddetto “popolo del sabato sera”.
Disperazione delle famiglie, giovani vite improvvisamente recise o danneggiate gravemente per sempre. Velocità eccessiva, forse alcool, qualche volta droga…

Che fare? I buoni consigli non li vuole nessuno, sono una merce in eccesso sul mercato. Qualcosa però si potrebbe fare: innanzitutto chi viene sorpreso al volante a velocità troppe elevate, ad aver assunto alcool o droga, venga condannato. Subito. Ma oltre alla pena detentiva o in sostituzione di essa, egli sia obbligato a prestare servizio “socialmente utile” in un pronto soccorso, al sabato sera. Ci sono mille piccole umili incombenze che potrebbero essergli affidate in tutta sicurezza.
E questo porterebbe ad un duplice vantaggio: ripagherebbe la società dei danni arrecati e darebbe il tempo di riflettere sul valore della vita, Nostra e degli altri. Con molti esempi sotto gli occhi.

E tuttavia non sono solo la velocità e l’irresponsabilità alla guida a spegnere tante vite. Molti disabili, infatti, sono vittime di gravi incidenti mortali in casa, ultimo caso quello della ragazza di Salerno morta nei giorni scorsi a causa dell’incendio del proprio divano. Ancora una volta, quindi, sembrano mancare la prevenzione, i sistemi di allarme e di pronto soccorso “sociale”.
Ma come meravigliarsi che queste cose succedano in famiglia, quando lo Stato e le Regioni prevedono per i non autosufficienti anziani gravi ricoverati in strutture protette circa 120 minuti di assistenza sulle 24 ore?… E il resto del tempo? A non-vivere su una sedia a rotelle, magari abbandonati in un corridoio…
Non è scandalismo, è solo una piccola parte della realtà.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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