Se n’è andato il 18 aprile nella sua Bologna, ancora giovane, Valerio Evangelisti, forse lo scrittore italiano più conosciuto nel campo della fantascienza. «Se n’è andato in silenzio, così come del resto appartata era sempre stata la sua vita, trascinata nel vortice della notorietà nel 1993, quando vinse il Premio Urania della Mondadori con Nicolas Eymerich, inquisitore», come lo ricorda Carmine Treanni su wired.it.
Tra i molti riconoscimenti, oltre al citato Premio Urania e al Prix Italia, Evangelisti ha vinto il Grand Prix de l’Imaginaire, il Prix Tour Eiffel, il Premio Italia di Fantascienza e il Premio Europa della Eurocon di Praga 2002. I suoi romanzi sono stati tradotti in tantissimi Paesi (Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Romania, Russia, Polonia, Turchia, Croazia, Serbia, Ungheria, Israele, Brasile, Messico, Grecia, Ungheria, Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Brasile e Messico).
Per tutti coloro che sono interessati alla sua opera consigliamo di visitarne il sito (a questo link).
Qui lo vogliamo ricordare anche per una sua incursione nel campo della disabilità. Il Superuomo invisibile è stato infatti il titolo del contributo che Evangelisti scrisse per il numero monografico della rivista «Accaparlante» (edita dal 1983 al 2019 dal CDH-Centro Documentazione Handicap di Bologna), dedicato al rapporto tra handicap (…allora si diceva così) e fantascienza, curato da Daniele Barbieri.
Quel numero del periodico, dal titolo Umano è. Come la fantascienza racconta l’universo-handicap (n.1/2001), è ancora consultabile online a questo link.
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