Un’immagine che frequentemente è apparsa nei telegiornali di questi giorni di inizio campagna elettorale è la nuova sede del Partito Democratico a Roma.
Più che la sede vera e propria, però, è diventata familiare ai prossimi elettori la lunga scala di accesso al grande loft che contiene, in un emblematico spazio aperto, la sede del partito stesso. Veder salire e scendere detta scala a personaggi politici più o meno famosi è un’immagine che si presta a diversi livelli di lettura.
La memoria letteraria di molti telespettatori avrà evocato celebri versi danteschi, altri avranno pensato ad una metafora sulle fortune umane, a noi, più prosaicamente, quella lunga scala (priva di ascensore o di montascale) ha ricordato la distanza che corre ancora tra la politica e le aspirazioni delle persone con disabilità a veder riconosciuti i loro diritti anche nella loro attuazione pratica.
Come pensare infatti che questi diritti verrano tenuti in effettiva considerazione dai partiti politici, quando le loro sedi sono inaccessibili alle persone con disabilità?
Sarebbe bello vedere, in uno dei prossimi telegiornali, un abbattimento della barriera d’accesso che tale scala suggerisce…
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Quando Don Pasquale divenne uno come tutti gli altri Piccola e grande Storia si intrecciano, in questo bel racconto di vita, che parte dagli anni Sessanta, per arrivare ai giorni nostri, con la consapevolezza che «i diritti non sono…