La politica e le scale

di Giorgio Genta
Una scala può certamente prestarsi a diversi livelli di lettura, ma se la si vede di fronte alla sede di un partito politico, senza ascensori o montascale, non può non far pensare a quanto ancora si debba lavorare per far rispettare concretamente i diritti delle persone con disabilità

ScalinataUn’immagine che frequentemente è apparsa nei telegiornali di questi giorni di inizio campagna elettorale è la nuova sede del Partito Democratico a Roma.
Più che la sede vera e propria, però, è diventata familiare ai prossimi elettori la lunga scala di accesso al grande loft che contiene, in un emblematico spazio aperto, la sede del partito stesso. Veder salire e scendere detta scala a personaggi politici più o meno famosi è un’immagine che si presta a diversi livelli di lettura.

La memoria letteraria di molti telespettatori avrà evocato celebri versi danteschi, altri avranno pensato ad una metafora sulle fortune umane, a noi, più prosaicamente, quella lunga scala (priva di ascensore o di montascale) ha ricordato la distanza che corre ancora tra la politica e le aspirazioni delle persone con disabilità a veder riconosciuti i loro diritti anche nella loro attuazione pratica.
Come pensare infatti che questi diritti verrano tenuti in effettiva considerazione dai partiti politici, quando le loro sedi sono inaccessibili alle persone con disabilità?
Sarebbe bello vedere, in uno dei prossimi telegiornali, un abbattimento della barriera d’accesso che tale scala suggerisce…

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