È stata dunque proprio la rassegnata indifferenza dei vicini di casa («gridava spesso…») a condannare una persona sessantenne con disabilità e lo zio ottantenne, ferito gravemente, a restare per tre giorni accanto al cadavere della zia – deceduta per una caduta in casa – senza mangiare né bere. Zio e nipote sono stati poi salvati solo dall’intervento di un’altra nipote, preoccupata dalla mancanza di notizie.
E questo a Genova Voltri, non certo in una landa sperduta. La magistratura ha aperto un’inchiesta, per appurare lo svolgimento dei fatti.
Non è stata invece aperta un’inchiesta per scoprire quando mai potrà trovare una diversa evoluzione il senso di rassegnata indifferenza della società nei confronti del dolore delle persone con disabilità e di chi le assiste, troppo spesso condannate ad un’angosciante solitudine tra la gente.
Lo testimonia, sempre a Genova, nel popoloso quartiere di San Fruttuoso, il caso di una donna di 66 anni, morta da mesi e, pare, con la porta di casa neppure chiusa a chiave. Solo il forte odore avrebbe indotto i vicini ad avvisare l’amministratore del condominio.
L’”arredamento” dell’appartamento era composto da due soli materassi e la donna – come da Televideo RAI alla cronaca di Genova, del 14 marzo – aveva un figlio con problematiche psichiche…
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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