«Il piacere del viaggio lento è una delle più forti emozioni che si possano vivere»: questa frase, incisiva come un mantra, descrive appieno la filosofia sportiva dell’Associazione Free Wheels, che ha come scopo e obiettivo primario quello di rendere l’esperienza del cammino come un «viaggio esperienziale, indipendentemente che sia fatto a piedi (o in carrozzina), in bicicletta (o con delle special bike), rendendolo così un’opportunità a trecentosessanta gradi per chiunque, superando l’apparente ostacolo della mobilità ridotta [a Free Wheels e al suo fondatore Pietro Scidurlo il nostro giornale ha anche già dedicato un ampio approfondimento a questo link, N.d.R.].
Il nuovo progetto di Freee Wheels ha come titolo Klick’s on Ways e ha quale obiettivo primario quello di evidenziare come i limiti, quelli veri, si trovino nel pregiudizio. Concretamente si tratta di percorrere un viaggio di 250 chilometri che ha Fidenza (Parma) come prima tappa e come ultima Imola (Bologna), presso l’Ospedale Montecatone, il noto centro specializzato per il trattamento delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni acquisite. Il viaggio inizierà dopodomani, 27 maggio, e tra i partecipanti vi saranno Pietro Scidurlo, Michele Celebrin, Pietro Martire, Manuel Giuge, Ignazio Drago ed Emanuele Cibin. Il tutto sarà possibile grazie allo strumento del Klick, cioè «un potente propulsore che trasforma la tua carrozzina in una carrozzina con motore elettrico per spostamenti veloci, rilassanti e divertenti» (fonte Klaxon Mobility, uno degli sponsor dell’iniziativa).
«Sarà un viaggio con i nostri “cavalli a tre ruote” – commenta Michele Celebrin, membro di Free Wheels e già viaggiatore di lungo corso – e ogni giorno cambieremo zona e luogo in cui dormire».
«L’intento – aggiunge Pietro Martire – è quello di portare una testimonianza che modifichi l’approccio alla disabilità. Mi capita spesso, infatti, di parlare di disabilità nelle scuole e noto che l’approccio dei bambini all’argomento è del tutto spontaneo. Mi auguro pertanto che il cammino porti la stessa spontaneità nell’approccio alla disabilità anche tra chi ci vuole sostenere».
Il 1° maggio scorso, durante la diciannovesima edizione della manifestazione Fa’ La Cosa Giusta, presso la Fiera di Milano, Free Wheels ha esposto il proprio progetto all’interno di una rassegna organizzata dall’Associazione Terre di Mezzo. In tale occasione abbiamo avuto modo di intervistare Pietro Scidurlo, presidente di Free Wheels ed Emanuele Cibin, partecipante e sostenitore dell’iniziativa.
Pietro, come nasce questo progetto?
«Klicks on Ways nasce da Klaxon Mobility e Free Wheels con l’obiettivo di avvicinare sempre più persone all’esperienza del cammino grazie al Klick. Con questa iniziativa, infatti, porteremo a camminare persone con lesione midollare che usano appunto tale strumento. Da lì, quindi, Klick’s on Ways, cioè persone che utilizzano il Klick sulle strade».
Cos’è per te il concetto di autonomia?
«È un modo, un desiderio, di restituire la vita a tutti. È un concetto che non si fermerà mai».
Come si strutturerà l’itinerario di Klick’s on Ways?
«Non sarà un itinerario riconosciuto, esso, infatti, è stato costruito e progettato dalla nostra Associazione, incrociandolo con dieci dei venti cammini promossi dall’APT Emilia Romagna, l’Ente di Promozione Turistica, nell’àmbito della Piattaforma Cammini Emilia Romagna. Da Fidenza, quindi, partendo dalla Via Francigena, seguendo la Via Romea imperiale e tanti altri Cammini, arriveremo a Imola».
Emanuele, cosa ti ha spinto ad unirti a Free Wheels e a partecipare a questa iniziativa?
«Ho come metro personale quello di provare il maggior numero di esperienze possibili. Ho conosciuto la realtà di Free Wheels grazie ad un amico e grazie all’azienda Klaxon Mobility dell’amico Enrico Boaretto e ad Andrea Stella, mi sono trovato all’interno di questo fantastico progetto che mi porterà a testare un’altrettanto fantastica avventura. Per me, infatti, non è altro che un’avventura per portare un segnale di speranza a chi deve ripartire dopo un incidente di percorso di qualsiasi genere. Desidero dare un segnale ottimista. Dopo un’incidente di percorso si può ricominciare con un’alternativa rispetto al percorso originale».
Vedi quindi il cammino come una sorta di “motore” per ricominciare una fase nuova?
«Attraverso il cammino porterò la testimonianza, uno stimolo. Porteremo nello zaino che avremo in spalla, oltre ai divertimenti che ne seguiranno (perché il viaggio è anche questo), un messaggio di ripartenza, soprattutto a chi ci aspetterà a Imola».
Pensi di documentare il viaggio con un diario, oppure tramite un sito?
«Non credo, non scrivo molto. Non sarà una cosa solo mia, ma di Free Wheels, che documenterà tutto sui propri diari di bordo. Non sono altro che una persona che porta una testimonianza insieme ad altri cinque amici, agli accompagnatori e a chi ci sosterrà. Credo che i diari più belli siano quelli da tenere dentro la mente. Oltre al messaggio di positività, credo fermamente che tutto sia possibile. Mi auguro quindi nei prossimi anni di vedere sempre più persone prendere parte all’iniziativa. Non dobbiamo lasciare che la nostra mente si lasci bloccare dai dubbi e dalle paure».
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