Lancio di agenzia ANSA: «ROMA, 3 DIC. – Giorgio Napolitano incoraggia a mantenere i flussi di spesa a favore dei disabili, anche durante la crisi economica. Il presidente lo sostiene in un messaggio per la Giornata internazionale delle Persone con Disabilità. ”In Italia – afferma – sono stati fatti passi importanti sull’inclusione. È necessario non tornare indietro. Mi auguro – ha concluso – che le istituzioni diano il proprio contributo, nel segno di quella solidarietà caratteristica del nostro Paese”». Tutto qui. Stop. Analoghi lanci dalle altre agenzie nazionali e poi qualche ottimo servizio sui media web del sociale: Vita.it, Superabile.it, Superando.it.
Nessun accenno, dunque, alla grande manifestazione nazionale delle associazioni delle persone con disabilità, svoltasi a Roma, al Teatro Valle pieno fino a traboccare. Nulla di nulla sui quotidiani nazionali, né prima né dopo.
Si dirà: in fondo le giornate internazionali sono una ricorrenza, non una notizia. Non è sempre così: la Giornata sull’AIDS o quella sulla Violenza sulle Donne – per citare due esempi recenti – hanno avuto un buon riscontro di stampa, e quindi sono state utili per veicolare concetti, contenuti, parole d’ordine, battaglie presenti e future.
Per il 3 dicembre niente di tutto questo. D’altronde il Governo ha disertato il confronto con le associazioni e così anche la stampa parlamentare non si è accorta di nulla.
È un momento molto delicato per le politiche sulla disabilità, la Finanziaria, nonostante le promesse e gli annunci, non promette niente di nuovo e di decisivo, al massimo un rifinanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza, ma su livelli sicuramente inadeguati a fronteggiare la gravità della situazione.
Senza la pressione dell’opinione pubblica attraverso i media, tre milioni di italiani rischiano di rimanere nella marginalità sociale e politica, vanificando il lavoro di anni. Se al Teatro Valle si fosse svolta un’assemblea di transessuali (non me ne vogliano), sono sicuro che ci sarebbe stata la ressa di telecamere e di inviati. Questa oggi è l’Italia dell’informazione. E della politica.
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