Di particolare interesse appare il Provvedimento adottato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali (meglio noto come “Garante per la Privacy”), in data 9 novembre scorso, riguardante la dignità e l’umanizzazione del percorso di cura per i pazienti, all’interno di strutture sanitarie.
Constatando infatti il Garante come «siano pervenuti a questa Autorità reclami e segnalazioni con i quali si rappresenta che alcune strutture sanitarie, nell’erogare prestazioni e servizi per finalità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, non rispetterebbero le garanzie previste dalla legge a tutela, in particolare, della dignità e della riservatezza delle persone interessate [grassetti nostri, N.d.R.]», egli intende – con il Provvedimento del 9 novembre – «richiamare l’attenzione dei soggetti che operano in ambito sanitario in ordine alla necessità di adeguare il funzionamento e l’organizzazione delle strutture sanitarie alle previsioni stabilite dal Codice in materia di protezione dei dati personali [Decreto Legislativo 196/2003, art. 83, N.d.R.]. I medesimi soggetti sono altresì invitati ad adottare tutte le misure ritenute necessarie ed opportune, conformemente ai principi generali, per garantire il rispetto della dignità della persona e il massimo livello di tutela degli interessati in ambito sanitario».
Il Provvedimento si chiude con alcune prescrizioni tese a far rispettare quanto detto, oltre che con l’annuncio dell’avvio di una consultazione «allo scopo di acquisire elementi di informazione e documentazione da parte di organismi sanitari, nonché di soggetti, portatori di interessi pubblici e privati e portatori di interessi diffusi, costituiti in associazioni e comitati, in ordine alle modalità di attuazione adottate ed alle problematiche riscontrate [grassetti nostri, N.d.R.]».
(S.B.)
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