Avevamo raccontato nel luglio scorso la vicenda di discriminazione vissuta da una signora di 76 anni, persona sorda di Pescara, presso l’Ufficio Postale numero 6 della sua città, dove si era recata per ritirare la propria pensione d’invalidità. A denunciare il fatto erano state le Associazioni Carrozzine Determinate Abruzzo e Accessibilità & Eventi Deaf, che in una nota congiunta avevano raccontato così l’accaduto: «Cliente di quell’ufficio postale sin dal 1982 e pertanto con una disabilità ben nota a tutti, la signora è stata maltrattata e umiliata dall’addetta allo sportello che, noncurante della barriera costituita dalla mascherina necessaria per il contenimento Covid, l’ha dileggiata, facendo finanche scattare il numero successivo e invitandola ad andarsene con un gesto delle mani a dir poco sgradito».
A seguito di quella denuncia, Poste Italiane si era scusata per l’accaduto, convocando i rappresentanti delle due Associazioni, per informare dell’avvio di verifiche interne, volte ad accertare responsabilità ed eventuali provvedimenti. Nella medesima occasione, gli esponenti delle Carrozzine Determinate e di Accessibilità & Eventi Deaf avevano anche donato una serie di mascherine trasparenti per tutti i dipendenti, allo scopo segnatamente di consentire la lettura labiale da parte di tutte le persone sorde.
Tutto risolto al meglio? Niente affatto, a giudicare da quanto segnalato ancora una volta in questi giorni ancora dalle due Associazioni abruzzesi: «La stessa signora – si legge infatti in una loro nota congiunta – è stata ancora vittima di discriminazione, quando un’impiegata diversa da quella precedente non ha voluto abbassare la mascherina nonostante in passato, anche nella fase emergenziale del Covid, tutti l’avessero abbassata la mascherina per consentire la lettura labiale».
Nuovo incontro, dunque, con i dirigenti locali di Poste Italiane, per chiarire la situazione, e questa volta la comunicazione, da parte loro, «di non poter garantire le pari opportunità alla signora sorda, perché le impiegate rivendicavano il diritto alla sicurezza e che quindi in futuro non si sarebbero abbassate le mascherine e non avrebbero indossato quelle trasparenti, nemmeno per qualche secondo».
«A questo punto – dichiarano dalle Carrozzine Determinate e da Accessibilità & Eventi Deaf, per voce dei rispettivi presidenti Claudio Ferrante e Donatella Ruggieri – chiediamo che vengano rispettate le pari opportunità e soprattutto la Carta della qualità del servizio pubblico postale, sancita dal DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio) del 30 gennaio 1996, ove si legge che “l’Ente Poste Italiane (EPI) promuove a favore dei portatori di handicap, degli anziani e dei clienti in condizioni particolari, facilità di accesso e rapporto diretto agli sportelli”. Ci appelliamo inoltre a un intervento diretto di Erika Stefani, ministra per le Disabilità, nonché, a livello locale, di Nicoletta Di Nisio, assessora alle Pari Opportunità e alle Politiche per la Disabilità del Comune di Pescara».
«Restituiamo dunque al mittente – concludono – le scuse rese pubbliche da Poste Italiane perché demagogiche e di facciata e perché non hanno assolutamente risolto il problema. Ci aspettiamo infine che il direttore provinciale delle Poste Pio Violante intervenga quanto prima, consentendo di far rispettare i diritti e la dignità di tutte le persone con disabilità, nell’ottica di una loro effettiva integrazione nella società, così come previsto dalla Costituzione Italiana e dalle norme internazionali e nazionali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: carrozzinedeterminate@hotmail.it.
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