“CasAmica”, per pensare “Durante Noi” al “Dopo di Noi”

Un’esperienza che consente alle famiglie di pensare “Durante Noi” alla delicata questione del “Dopo di Noi": vuol essere sostanzialmente questo “CasAmica”, progetto di vita indipendente promosso dall’Associazione ANFFAS di Crema (Cremona), che ha per protagonisti Vittorio, Filippo e Alberto, tre persone con disabilità abitanti dello stesso appartamento, ognuna delle quali partecipa alla vita comune, prendendosi cura della casa
ANFFAS Crema: "CasAmica", i tre protagonisti
I tre amici protagonisti del progetto “CasAmica” dell’ANFFAS di Crema (Cremona)

Vittorio fa un buon caffè, Filippo ama leggere il giornale, Alberto alza la polvere saltando per raggiungere il punto più alto dell’armadio: ognuno ha le proprie peculiarità, ma insieme sanno fare gruppo.
Vittorio, Filippo ed Alberto sono i tre abitanti di CasAmica, progetto di vita indipendente rivolto a persone con disabilità e proposto dall’ANFFAS di Crema (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), del quale avevamo già accennato in altra parte dal giornale, presentando Io Abito, ulteriore iniziativa della medesima Associazione. L’abitazione che li ospita è stata messa a disposizione dal papà di Filippo, Luciano Bressanelli, che risiede accanto, in un appartamento indipendente, ma comunicante. Vittorio, Filippo ed Alberto sono accompagnati da un’assistente familiare e durante la giornata da alcuni educatori dei servizi ANFFAS.
«Quando è mancata mia moglie – racconta Luciano Bressanelli – mi sono ritrovato in un mondo nero, non sapevo cosa fare. Filippo è figlio unico. All’ANFFAS si è subito trovato bene. Quando gli ho chiesto come intendesse vivere il suo futuro, mi ha risposto, a modo suo, di voler vivere con i suoi amici. Ecco quindi che mi sono messo in moto per dare vita a CasAmica. Ringrazio di vero cuore l’ANFFAS per l’ascolto e la disponibilità».

Il progetto è attivo da marzo e l’inserimento è stato graduale. «La residenzialità per Filippo, Vittorio e Alberto – spiega infatti la coordinatrice progettuale Barbara Bergamaschi – ha preso il via dal mese di giugno, anche se in realtà il training necessario per consolidare autonomie e abitudini di vita era iniziato due anni fa, venendo poi interrotto a causa del Covid».
All’inizio, per ciascuno non è stato facile. «Filippo – spiega ad esempio il papà Luciano – aveva qualche difficoltà di adattamento. Ora lo vedo felice e sono felice».
«Lo sforzo che l’Associazione cerca di compiere quotidianamente – aggiunge Bergamaschi – è quello di mantenere il gruppo, pur osservando e rispettando il progetto individuale di ciascuno. Cerchiamo di creare sempre più una dimensione familiare, per fare in modo che ciascuno, nel rispetto delle proprie peculiarità, si senta accolto».

Ognuno, quindi, partecipa alla vita comune, prendendosi cura della casa. «Spesso apparecchio e sparecchio la tavola – racconta Vittorio -, taglio la verdura, preparo il caffè e faccio la polvere. Quando poi il lunedì torno dalle prove di musica, Filippo mi fa trovare la tavola apparecchiata».
«La vita insieme – conclude la coordinatrice del progetto – non è sempre facile, ma è un’avventura da vivere che fa bene a tutti loro sul versante delle autonomie. Da questo punto di vista ognuno è migliorato, c’è chi ha acquisito abilità dal punto di vista dell’igiene personale e chi ha consolidato le relazioni con l’esterno. Il lavoro è cucito a misura».

CasAmica rientra nel progetto di vita di ciascuno dei partecipanti, oltre a tentare di offrire una concreta soluzione al delicato tema del “Dopo di Noi” (Legge 112/16). Per questo gode di un contributo regionale e i Comuni in cui gli ospiti sono residenti partecipano all’attuazione del progetto di vita individuale condiviso con l’équipe multidisciplinare, contribuendo economicamente allo stesso.
«È un’esperienza – commenta Daniela Martineneghi, vicepresidente della Fondazione Alba di ANFFAS Crema – che consente alle famiglie di pensare “Durante Noi” alla delicata questione del “Dopo di Noi”. Per questo consigliamo sempre loro di avvicinarsi con fiducia a questo tipo di progettualità, coinvolgendo il più possibile nelle scelte i loro figli o i loro familiari con disabilità, ascoltandoli nella progettazione del loro futuro».
Per l’ANFFAS si tratta dunque di un’occasione per ampliare il novero dei servizi e rispondere così sempre più ai bisogni delle famiglie. «Un ulteriore sforzo – secondo Paolo Marchesi, presidente della Fondazione Albaaffinché il percorso verso l’inclusione sia fatto di sinergia e condivisione. Non vogliamo che le famiglie si sentano sole, soprattutto nel pensare e realizzare soluzioni rispetto al futuro, al “Dopo di Noi”: è una questione sociale, che riguarda tutti». (G.G. e S.B.) 

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: comunicazione.anffascremaaps@gmail.com (Gloria Giavaldi).

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