La Campania e il “Dopo di noi“

Dopo aver presentato la comunità alloggio Il Castagno, esperienza recentemente sorta in Campania per rispondere ai problemi del “Dopo di noi”, in ambito di disabilità, vediamo ora assieme a Salvatore Crino, della Regione Campania, la situazione complessiva di questo settore, rispetto all'intero territorio regionale

Con l’espressione “Dopo di noi” ci si riferisce a quella serie di provvedimenti mirati a trovare una sistemazione accogliente e dignitosa per le persone con disabilità prive del sostegno dei familiari, nel caso in cui, ad esempio, vengano a mancare i genitori.
Il Dopo di noi non tiene conto solo della sistemazione abitativa, ma si occupa della gestione totale della persona, anche negli aspetti amministrativi e legislativi. Esso nasce dalla preoccupazione dei genitori per il destino del proprio figlio con disabilità in loro assenza, nella consapevolezza che egli non sarà in grado di gestire autonomamente la propria vita.

Una mappa della Regione CampaniaPer quanto riguarda la Campania, fino a poco tempo fa in questa regione esistevano ben poche strutture che potessero accogliere persone con disabilità grave e prive del sostegno delle famiglie.
Recentemente però – come da noi già riferito – è sorta la comunità alloggio Il Castagno, situata ad Arpaia, nel Beneventano e aperta dalla cooperativa sociale Gesco, presieduta da Sergio D’Angelo, con un finanziamento previsto dalla Legge Finanziaria per il 2001 (Legge 388/2000, articolo 81), riferito alla Legge quadro 104/1992, nel punto in cui quest’ultima parla del cosiddetto “Dopo di noi”.
E proprio la comunità Il Castagno è il primo degli argomenti che affrontiamo con Salvatore Crino il quale segue, per la Regione Campania, il procedimento dell’erogazione di finanziamenti legati al “Dopo di noi”.

Come funzionano questi finanziamenti?
«Il “Dopo di noi”, dopo essere stato finanziato con la Legge 388/2000, è stato avviato in Campania con un bando dell’agosto 2002 e con un decreto di approvazione dei progetti nel luglio 2004. L’effettiva erogazione dei fondi è cominciata verso la seconda metà del 2005».

Come sono stati gestiti tali fondi?
«Dopo l’erogazione di essi si è entrati nella fase preparatoria, nella quale i diversi enti destinatari hanno portato avanti i lavori necessari all’effettiva gestione (in genere lavori di ristrutturazione degli alloggi individuati).
Solo nell’aprile-maggio 2006 si è avuto l’avvio della gestione di un progetto. Il primo ente a farlo è stato appunto la Cooperativa Gesco, con la casa denominata Il Castagno».

Si tratta dell’unica esperienza realizzata finora in Campania?
«Non più. Il Castagno è la prima comunità realizzata con il finanziamento della Legge 388/2000. Da allora, anche qualche altro ente ha avviato la gestione. Ad esempio l’Associazione La Scintilla a Napoli. Questo sempre per quanto riguarda il “Dopo di noi” finanziato con la Legge 388/2000».

C’è anche dell’altro?
«Sì, credo vi siano altre realtà in Campania che hanno una funzione simile o analoga a quella delle case alloggio per il “Dopo di noi”. Ad esempio, alcuni progetti sperimentali per la vita autonoma dei disabili finanziati con la Legge 104/1992 e sue modifiche possono rientrare in questa categoria. Inoltre, ci saranno senz’altro strutture private che svolgono la stessa funzione e di cui al momento (e fino a quando non andrà a regime l’anagrafe delle strutture residenziali prevista dalla Delibera 711/2004) non abbiamo cognizione».
(B.P. e S.B.)

Per ulteriori informazioni sul procedimento di progetti legati
alla Legge 388/2000 in Campania, cliccare qui.
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