Il voto delle persone con disabilità

Voto assistito, che ancora soffre del vuoto legislativo riguardante le persone con disabilità intellettive, elettori non deambulanti, rilascio dei certificati, voto in ospedale o in casa di cura, e le guide prodotte dalle Associazioni ANFFAS e AIPD: presentiamo un’ampia scheda dedicata al voto delle persone con disabilità, in vista delle ormai prossime elezioni politiche nazionali del 25 settembre

Realizzazione grafica con tanti omini colorati che vanno a votareIl 25 settembre, dalle 7 alle 23, potranno esercitare il proprio diritto di voto, alle elezioni politiche nazionali, tutti i cittadini che abbiano compiuto 18 anni. Sarà necessario presentarsi al proprio seggio di appartenenza con un documento d’identità munito di fotografia e con la tessera elettorale. Le persone con una disabilità che ostacola il diritto a recarsi a votare possono comunque esprimere le loro preferenze di voto. In base alle differenti condizioni di ciascuno, la normativa prevede tuttavia possibilità diverse.

Voto assistito
I ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità (ovvero coloro che sono fisicamente impediti nell’espressione autonoma del voto) possono essere accompagnati all’interno della cabina elettorale da un altro elettore. Possono quindi essere ammessi all’espressione del voto con l’assistenza di un accompagnatore gli elettori:
° che presentando apposita certificazione sanitaria abbiano ottenuto, da parte del Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, l’inserimento sulla propria tessera elettorale dell’annotazione dell’apposito codice (AVD) che sta per “diritto voto assistito”. Questo timbro, corredato dalla sottoscrizione di un delegato del Sindaco, è collocato nella parte interna della tessera, e precisamente sulla facciata a fianco di quelle contenenti gli spazi per la certificazione del voto, oppure, se ciò non è stato possibile per la presenza di annotazioni, nello spazio posto sotto la scritta Circoscrizioni e collegi elettorali. Il Presidente del seggio deve prendere nota nel verbale del numero della tessera e del numero di iscrizione nelle liste sezionali dell’elettore con diabilità.
° il cui impedimento fisico nell’espressione autonoma del voto sia evidente. Quando manchi il suddetto simbolo o codice sulla tessera elettorale, o quando l’impedimento fisico non sia evidente, il diritto al voto assistito può essere dimostrato con un certificato medico – redatto da un funzionario medico designato dai competenti organi delle Unità Sanitarie Locali – nel quale sia espressamente attestato che l’infermità fisica impedisce all’elettore di esprimere il voto senza l’aiuto di un altro elettore.
Importante: nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di una persona con disabilità.

Elettori non deambulanti
Nel caso in cui il seggio assegnato a un elettore con difficoltà di deambulazione non sia accessibile, egli può esprimere il suo diritto al voto presso un’altra sezione del Comune. Per farlo, deve esibire al Presidente del seggio prescelto, insieme alla tessera elettorale personale, un’attestazione medica di «impossibilità o capacità gravemente ridotta di deambulazione», rilasciata gratuitamente dai medici dell’ASL, anche in precedenza per altri scopi, o presentando semplicemente la copia autentica della patente di guida speciale.
Inoltre, in occasione delle consultazioni elettorali, i Comuni devono organizzare servizi di trasporto pubblico gratuito in modo da facilitare agli elettori con disabilità il raggiungimento del seggio elettorale.
Per ogni ulteriore informazione, ciascun elettore può contattare il proprio Comune di residenza.

Rilascio dei certificati
Per rendere più agevole l’esercizio del diritto di voto, le Unità Sanitarie Locali, nei tre giorni precedenti la consultazione elettorale, garantiscono in ogni Comune la disponibilità di un adeguato numero di medici autorizzati per il rilascio dei certificati di accompagnamento e dell’attestazione medica di cui all’articolo 1 della Legge 15/91 (articolo 29 della Legge 104/92).

Voto in ospedale o casa di cura
La normativa prevede per le persone ricoverate in ospedale, o casa di cura, la possibilità di votare all’interno del luogo di ricovero. A tal fine va presentata al Sindaco del Comune nelle cui liste elettorali la persona è iscritta un’apposita dichiarazione recante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura e l’attestazione del Direttore Sanitario dello stesso luogo di cura comprovante il ricovero. Tale dichiarazione, da inoltrare per il tramite del Direttore Amministrativo o del Segretario dell’istituto di cura, deve pervenire al suddetto Comune non oltre il terzo giorno antecedente la votazione.

Voto delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo
Sebbene il diritto di voto sia garantito alle persone con disabilità intellettiva e con disturbi del neurosviluppo, «in Italia – come sottolineato anche in queste settimane dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e riportato anche su queste pagine – manca ancora una disciplina chiara e puntuale che garantisca l’esercizio di voto supportato da parte delle persone con disabilità intellettive. Questo è causa di episodi, sempre più spesso frequenti e segnalati anche agli sportelli delle Associazioni locali, per cui le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo hanno visto negato il proprio diritto di voto».
In ogni caso l’ANFFAS Nazionale, proprio in vista delle elezioni, in collaborazione con il “Gruppo dei Lettori di Prova” dell’ANFFAS di Udine, ha reso disponibile una guida in linguaggio facile da leggere e da capire (Easy to Read – ETR), disponibile a questo link, finalizzata a rendere accessibili a tutte le persone, con e senza disabilità, le informazioni relative alle modalità di voto.
Analoga proposta è arrivata anche dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che ha prodotto una Guida al voto (disponibile a questo link), per supportare le persone con disabilità intellettive ad esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto, realizzazione curata nell’àmbito del lavoro che da anni l’AIPD stessa svolge per aumentare la consapevolezza delle persone con sindrome di Down sul loro ruolo di cittadini attivi ed essa va considerata anche come un preciso invito ai partiti a comunicare le proprie proposte in alta comprensibilità. (S.B.) 

Ringraziamo per la collaborazione la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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