“Un messaggio nel silenzio”: vedere il mondo con occhi diversi ci rende ricchi

Lanciare un messaggio di cambiamento, rompere il silenzio e dare libero spazio alle emozioni attraverso le immagini: sono gli obiettivi del progetto “Photovoice”, proposto ai giovani con disabilità che frequentano il Servizio Diurno Alternativo e il Centro Socio Educativo di Santo Stefano della Fondazione Alba, strutture che fanno capo all’ANFFAS di Crema. Il tutto culminerà nel pomeriggio del 24 settembre nella mostra denominata “Un messaggio nel silenzio”

Lanciare un messaggio di cambiamento, rompere il silenzio e dare libero spazio alle emozioni attraverso le immagini: sono gli obiettivi del progetto Photovoice, proposto ai giovani con disabilità che dal settembre dello scorso anno frequentano il Servizio Diurno Alternativo e il Centro Socio Educativo di Santo Stefano della Fondazione Alba, strutture che fanno capo all’ANFFAS di Crema (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale). Il tutto culminerà nel pomeriggio di sabato 24 settembre nella mostra denominata Un messaggio nel silenzio, presso la sede stessa dell’ANFFAS cremasca (Via Battisti, 12, ore 17-20).

«Abbiamo chiesto ai nostri giovani con disabilità di pensare ad un’emozione, ad un tema sociale – spiega l’educatrice Elisa Maglio, che ha coordinato l’iniziativa insieme alle colleghe Miriam Trovati e Alice Guanzini –, per poi cercare di esprimerlo insieme al gruppo attraverso un’immagine. Durante il percorso, quindi, abbiamo dato valore al vissuto individuale e al pensiero di ciascuno, in modo che ognuno di loro si sentisse accolto. Poi, con i materiali che avevamo a disposizione, abbiamo creato sedici fotografie rappresentative dei vari temi. E così c’è chi parla di felicità, chi di tristezza, chi di ingiustizia, guerra e maltrattamenti. Ogni immagine è frutto di un pensiero condiviso ed è corredata dalla spiegazione scritta in gruppo e dal pensiero di un singolo, frutto di un lavoro interiore».

«Attraverso questo progetto – prosegue Maglio – abbiamo voluto lanciare un messaggio, come accade spesso nei progetti di photovoice. Questa metodologia, infatti, coinvolge direttamente le sensazioni dei soggetti partecipanti. ed è una tecnica usata spesso per promuovere attivazione, creatività e collaborazione tra i componenti del gruppo, nonché per generare empowerment, ossia autoconsapevolezza, in ciascuno di loro. Per alcuni dei nostri giovani ha rappresentato la prima occasione per far conoscere, anche se in modo anonimo, il loro punto di vista rispetto ad alcuni temi portanti del vivere quotidiano. I pensieri di ciascuno, infatti, hanno dato forma alle immagini, al di là di ogni giudizio, perché, come abbiamo chiarito in apertura, nessuna idea è da ritenersi sbagliata e la possibilità di vedere il mondo con occhi diversi ci rende ricchi».

«Questo progetto innovativo – sottolinea dal canto suo Paolo Marchesi , presidente della Fondazione Alba – ci consente ancora una volta di aprire le porte delle nostre strutture alla città e quindi di proporre occasioni concrete di inclusione sociale. Il nostro Servizio Diurno Alternativo, coordinato da Serena Pedrinazzi, permette ai giovani che vi partecipano di sperimentare cose sempre nuove, per scoprire nuove abilità o formarsi pensieri e opinioni al fine di valorizzare l’autodeterminazione di ciascuno. È importante, infatti, che il pensiero di ciascuno venga ascoltato e valorizzato, anche attraverso nuove modalità espressive com’è appunto il photovoice. Perché ciascuno di noi può fare una piccolissima parte per attuare il cambiamento sociale tanto richiesto, a partire dall’idea che diversità sia ricchezza. Aspettiamo dunque tanti cremaschi per un bel pomeriggio insieme all’insegna dell’inclusione e della condivisione». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: comunicazione.anffascremaaps@gmail.com (Gloria Giavaldi).

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