Un programma formativo per favorire il passaggio dalla “cura” ai “diritti”

Un programma formativo a partecipazione gratuita, per gettare le basi del cambiamento di prospettiva sul tema delle disabilità, centrato sul tema “Personalizzare l’accompagnamento al progetto di vita”, che si articolerà su sei incontri a partire dal 26 ottobre, rivolgendosi ad operatori con un ruolo di coordinamento e gestione dei servizi educativi e socio-assistenziali riguardanti minori e persone con disabilità. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Centro Studi per i Diritti e la Vita Indipendente dell’Università di Torino e la Fondazione Time2 del capoluogo piemontese

Uomo con disabilità in carrozzina fotografato di spalle con le braccia levateUn programma formativo per gettare le basi del cambiamento di prospettiva sul tema delle disabilità, centrato sul tema Personalizzare l’accompagnamento al progetto di vita, che si articolerà su un ciclo di sei incontri a partire dal 26 ottobre prossimo, rivolti ad operatori che abbiano un ruolo di coordinamento e gestione dei servizi educativi e socio-assistenziali riguardanti i minori e le persone con disabilità.
L’iniziativa è il frutto della collaborazione tra il Centro Studi per i Diritti e la Vita Indipendente del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino e la Fondazione Time2, prevedendo momenti frontali alternati ad esercitazioni pratiche.

«Questo percorso – spiegano i promotori – si colloca in continuità con quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e punta a fornire ai partecipanti  i princìpi generali del nuovo approccio operativo da essa indicato. Per la prima volta nella storia, infatti, la Convenzione ha cambiato la prospettiva con cui pensare e riferirsi al tema delle disabilità: non più in un’ottica di patologia da compensare e riabilitare, ma da un punto di vista della piena partecipazione alla vita. Le persone con disabilità, quindi, sono, prima di ogni altra definizione, cittadini titolari di diritti e costituiscono parte delle molteplicità che caratterizza il genere umano».

«Da queste premesse – proseguono-, i sei incontri del percorso formativo mirano a fornire le basi da cui costruire non un nuovo modello di disabilità, ma un differente modello di società. Partendo infatti da un’introduzione al paradigma dei diritti, la formazione offrirà una nuova prospettiva del modo di guardare al futuro, tenendo conto che l’accompagnamento alla vita indipendente deve avvenire in una costante co-progettazione che permetta alla persona con disabilità di trovarsi nella condizione di poter decidere per se stessa e, con i necessari supporti, costruire il proprio percorso di vita. Sono inoltre in programma momenti di scambio e tavole rotonde con chi ha avuto esperienze di applicazione della Convenzione ONU in situazioni di complessità assistenziale e infine anche un focus sull’attuazione del diritto al lavoro delle persone con disabilità intellettive. E in ogni caso, alla base di ogni incontro vi sarà la consapevolezza che il lavoro sui contesti e sulla rete costituisce un punto fondamentale per garantire la piena capacità di autodeterminazione delle persone con disabilità».

«Siamo impegnati – sottolinea Samuele Pigoni, direttore della Fondazione Time2 – in azioni di ricerca e sperimentazione di programmi che accompagnino i giovani con disabilità nel difficile momento del passaggio alla vita adulta, perché riteniamo sia un fatto di maturazione della società quello di offrire opportunità e capacità sempre più ampie ai cittadini e alle cittadine con disabilità, nonché alle loro famiglie. Con la consapevolezza, quindi, derivata dal confronto con operatori dei servizi pubblici, associazioni di familiari e di attivisti, esperti di settore e ricercatori, che il tema della disabilità ha bisogno di essere spostato da un livello di “cura” a un livello di “cittadinanza”, abbiamo avviato questo percorso con l’Università di Torino e la rete di famiglie e associazioni che stiamo incontrando, pur essendo a conoscenza delle difficoltà a livello di attuazioni pratiche, dovute alla permanente esistenza di “barriere immateriali”, come le rappresentazioni culturali e sociali delle disabilità, o materiali, come l’organizzazione dei sistemi di spesa pubblica in questo àmbito». (S.B.)

Il percorso formativo sarà gratuito e disporrà di un massimo di venticinque posti. Per ogni informazione e approfondimento: segreteria@fondazionetime2.it (Livia Lainati).

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