Disegno di Legge non autosufficienza: le risorse e le persone con disabilità

«Al netto dei miglioramenti effettivamente presenti rispetto al precedente testo, nonché delle criticità che permangono, ma con il grosso punto interrogativo delle risorse necessarie, riteniamo che il testo approvato metta ancora una volta in secondo piano le persone con disabilità non autosufficienti»: a dirlo sono i Presidenti delle Federazioni FISH e FAND, commentando lo Schema di Disegno di Legge Delega sulla non autosufficienza, uno degli ultimi atti approvati ieri dal Consiglio dei Ministri del Governo ancora in carica

Elaborazione grafica dedicata alla non autosufficienzaQuando nel febbraio scorso, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine, la Commissione “Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza”, istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero della Salute, aveva presentato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali lo schema di Proposta di Legge Delega denominato Norme per la promozione della dignità delle persone anziane e per la presa in carico delle persone non autosufficienti, le organizzazioni FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), avevano ritenuto «irricevibile il testo presentato», innanzitutto per il fatto che esso appariva «prevalentemente incentrato sulle persone anziane non autosufficienti, relegando così ad una visione marginale le persone con disabilità e le loro famiglie, nonostante la platea della stragrande maggioranza delle persone con disabilità sia composta da giovani e adulti anche non autosufficienti».
Tra le altre criticità riscontrate, inoltre, le due Federazioni avevano rilevano che in quel testo si affrontava «il tema dei caregiver, figura che però in Italia non gode ancora di alcun riconoscimento».

Ora, ed esattamente nella giornata di ieri, 10 ottobre, il Consiglio dei Ministri quello Schema di Disegno di Legge sulla non autosufficienza lo ha approvato, apportando alcune delle modifiche che FISH e FAND avevano richiesto, ma mantenendo anche una serie di criticità, riferite in prima battuta al tema delle risorse necessarie.
«Una riforma come questa – sottolineano infatti dalle Federazioni – non può farsi a saldo invariato, se è vero, come si legge all’articolo 8 del testo, che il finanziamento delle varie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie dovrebbe avvenire attraverso Fondi già esistenti (LEA-Livelli Essenziali di Assistenza, Non autosufficienza, Politiche Sociali, Caregiver), ciò che significherebbe ridurre ancor di più le già esigue risorse che, in quei Fondi, sono dedicate alle persone con disabilità».

Si tratta di una preoccupazione condivisa anche dal Forum Nazionale del Terzo Settore, il cui coordinatore della Consulta Welfare Roberto Speziale sottolinea in una nota come «una riforma del genere avrebbe bisogno di risorse ben maggiori: non avere previsto, infatti, oltre alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un fondo ad hoc per strutturare le misure nel medio e lungo termine, rischia di smorzare fortemente gli effetti positivi auspicati. Sui caregiver, inoltre, la risposta non può fermarsi qui: serve adottare un provvedimento specifico che riconosca e valorizzi al meglio queste figure».

Dal punto di vista dei miglioramenti rispetto al precedente testo, di cui prendono atto FISH e FAND, va rilevato come sia venuta meno la previsione di una futura revisione generale dell’indennità di accompagnamento, fortemente avversata dalle Federazioni, prevedendo altresì che i titolari della stessa indennità di accompagnamento possano scegliere tra il mantenerla oppure optare per i servizi di assistenza domiciliare e di sollievo o ancora per una «prestazione unica universale», quale trasferimento monetario o di servizi graduato secondo lo specifico bisogno assistenziale.
E ancora, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che al raggiungimento del 65° anno di età le persone con disabilità non vengano dimesse dai pregressi servizi e possano accedere anche ai servizi specifici per l’età anziana, senza doversi sottoporre alla valutazione volta ad accertare la condizione di non autosufficienza. Un legame diretto, questo, con la Legge Delega in materia di disabilità (Legge 227/21) e con il progetto individuale delle persone con disabilità.
Altro fattore ritenuto positivo, infine, l’introduzione di un riordino delle agevolazioni contributive per il lavoro di cura prestato a domicilio della persona.
Vengono invece mantenute le critiche sia sul fatto che non sia più previsto un serrato monitoraggio sui risultati e l’efficacia degli interventi da LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) e LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), parlando semplicemente di «verifica in termini di erogazione dei servizi», così come deludente viene ritenuto l’intero capitolo sui sostegni e riconoscimenti riservati ai caregiver.

Ma più in generale, resta ancora valida la critica riservata da FISH e FAND al testo precedente, giudicato come «prevalentemente incentrato sulle persone anziane non autosufficienti»?
«Al netto delle evidenze segnalate, sia in positivo che in negativo – dichiarano Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, presidenti delle due Federazioni – riteniamo che il testo approvato metta ancora una volta in secondo piano le persone con disabilità non autosufficienti, senza richiami sostanziali ai princìpi contenuti nella Legge Delega sulla disabilità».
«Per altro – aggiungono – quello di ieri potrebbe essere stato l’ultimo atto di questo Governo. Per questo auspichiamo di poter avviare un’interlocuzione fattiva in tempi rapidi con il prossimo Esecutivo, per una collaborazione istituzionale che porti ad elaborare assieme risposte sulle reali necessità delle persone non autosufficienti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

Share the Post: