Scriviamo in rappresentanza del Coordinamento Docenti Collocati Fuori Ruolo con inidoneità relativa, ovvero con riduzione della capacità lavorativa accertata da una Commissione di Verifica Medico Collegiale o dal Medico Competente sulla base delle condizioni cliniche (ad esempio malattie croniche o sub acute), invalidità e/o disabilità acquisite, aggravate o, più recentemente, legate agli eventi pandemici.
In un nostro precedente contributo di fine luglio, pubblicato su queste stesse pagine [“Docenti fuori ruolo per motivi di salute, ma con pari dignità professionale“, N.d.R.], avevamo riferito della mobilitazione di cui siamo portavoci e di un appello inviato alle autorità istituzionali competenti nella precedente legislatura.
Ora, il 9 novembre scorso abbiamo provveduto ad inviare la nostra istanza (disponibile a questo link) al Comitato Paritetico per l’Innovazione che si sta occupando del rinnovo del Contratto Scuola, nonché alle Organizzazioni Sindacali, al Ministeri dell’Istruzione e del Merito, per le Disabilità, delle Pari Opportunità, del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Salute, dell’Economia e delle Finanze e della Pubblica Amministrazione, tutti quelli, cioè, che, a vario titolo, sono legati alla nostra vicenda umana e professionale e a cui è assegnato il ruolo di legiferare e vigilare in merito (a questo e a questo link sono disponibili il nostro appello e le nostre argomentazioni in forma articolata).
Ciascuno/a di noi, come detto, vive con un’”inidoneità” riconosciuta dalle Commissioni Mediche di Verifica e ciascuno/a di noi può raccontare la propria storia intrisa di sofferenza, rabbia e anche, purtroppo, di rassegnazione di fronte alle azioni discriminanti di cui siamo vittime. La disabilità (o le condizioni di salute avverse) sconcerta chi non ce l’ha e mette a nudo la fragilità insita nella natura umana di cui ognuno/a di noi è parte.
Vogliamo pertanto far conoscere la difficile situazione in cui si trovano i docenti “inidonei”, rivolgendoci in particolare a chi realmente può cambiare qualcosa, mettendo semplicemente in atto quelle normative favorevoli che ci sono e che sono frutto di un pensiero evoluto e di tante lotte per l’uguaglianza effettiva tra gli uomini. Questo permetterebbe di vivere dignitosamente la nostra vita sociale e lavorativa in considerazione del nuovo status di persone con invalidità o disabilità acquisite, aggravate o, più recentemente, legate agli eventi pandemici.
La malattia può colpire chiunque in qualsiasi momento nell’arco della propria vita. La fragilità non può essere ignorata; non si possono umiliare coloro che si trovano in tali condizioni, né sottoporli a demansionamenti e dequalificazioni, cosa che, purtroppo, accade sistematicamente. Ciò porta solo al peggioramento delle condizioni cliniche dovute alle patologie di cui si soffre e a creare stati d’ansia fortemente depressivi per paura di perdere il lavoro, fonte di sostentamento per l’essere umano. A questo si aggiunga il fatto che la nostra figura professionale cambia e viene inquadrata in modo ibrido: si rimane con il profilo docenti, ma, per “analogia”, si viene equiparati al personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario).
Del resto, la parola “inidoneo” non dovrebbe nemmeno esistere. Nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, infatti, si parla di persone con disabilità o di condizione cliniche che avrebbero solo bisogno di vedere applicata la normativa vigente in materia di Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e non di trovare barriere organizzative. Si creano invece etichette dispregiative, come quando si usava la parola “handicappato”.
E non dovremmo nemmeno essere Collocati Fuori Ruolo, ma in qualità di docenti, dovremmo mantenere incarichi educativi para didattici (ad esempio progettazione, formazione, supporto tecnico organizzativo ai colleghi insegnanti coinvolti nel rapporto diretto con gli alunni e le alunne).
E ancora, è certamente discriminante che un docente” inidoneo” non possa partecipare agli organi collegiali, così come non abbia la possibilità di trasferimento in un’altra scuola (magari vicina al luogo di residenza e senza limiti di contingentamento per l’imprevedibilità numerica), in virtù di quegli articoli della citata Convenzione ONU che parlano di rimozione di tutte quelle barriere, non solo fisiche, che impediscono di fatto l’esercizio dei propri diritti e la reale inclusione nel mondo del lavoro. Attualmente, infatti, viene concesso l’utilizzo previo accordo fra le due scuole: quella di “accoglienza” e quella di titolarità che “cede l’inidoneo”.
Siamo Docenti e lo rivendichiamo con forza, ma quanto è umiliante essere privati della propria dignità umana e professionale!
Chiediamo dunque che per noi gli incarichi:
° Restino inerenti alla formazione, alle competenze, alla disciplina e all’inquadramento professionale di appartenza.
° Siano attinenti all’ampio spettro delle funzioni educative e para didattiche anche quando bisogna ricorrere a lavori di minore complessità e, a pari titolo di flessibilità e di monte ore propri della classe di concorso di appartenenza, siano fattivamente e prioritariamente spesi per l’applicazione e il potenziamento dell’Offerta Formativa di Istituto o della progettualità promossa da Scuole Polo CTS (Centri Territoriali di Supporto), UST (Ufficio Scolastico Territoriale), UUSSRR (Uffici Scolastici Regionali o Ministero).
° Siano modulati sulla base delle attitudini e degli interessi che maggiormente sollecitano i processi motivazionali e dalle necessità dettate dal decorso o dalla condizione clinica che ha portato al collocamento fuori ruolo (ad esempio: flessibilità oraria e organizzativa, come il “lavoro agile”; vicinanza alla propria abitazione o al presidio ospedaliero o alla residenza/domicilio di congiunti; postazioni di lavoro salubri).
° Siano preceduti dall’applicazione e dal rispetto di tutte le misure di prevenzione disponibili in termini di flessibilità e benessere organizzativo, tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
° Contemplino attività amministrative e di segreteria o mobilità intercompartimentale solo su istanza volontaria, in presenza di attitudini, titoli idonei e disponibilità ad un adeguato percorso di riqualificazione.
° Prevengano l’aggravamento delle nostre condizioni e il ricorso alla quiescenza anticipata con tutte le annesse penalizzazioni.
coord.docenticfr@gmail.com (a questo link la pagina Facebook).
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