«40 e sempre con magnifiche ossessioni», come ha promesso Steve Della Casa, direttore artistico del 40° Torino Film Festival, in programma da domani, 25 novembre al 3 dicembre. «Avete già letto il programma del TFF40? – ha scritto lo stesso Della Casa -, una vera e propria festa, a cui tutti, ma proprio tutti sono invitati. Un festival sospeso tra cinema autoriale e da grande pubblico, che non poteva non avere la sala per cuore pulsante. E allora, in attesa di festeggiare questi quarant’anni di storia, ci vediamo in sala!».
Il direttore artistico ha sottolineato dunque come la cosa più importante sarà la “magnifica ossessione” che invaderà le sale di Torino; vi è però anche un’altra “ossessione”, o ancor meglio una “fobia”, che da quarant’anni (con qualche isolata eccezione) si tramanda da direzione a direzione del Torino Film Festival. Da domani, infatti, la resa accessibile dei film resterà “appesa come nespole sotto il tetto dei portici” (e mi si perdoni il gioco di parole con il manifesto dell’evento, ideato per l’occasione dall’artista Ugo Nespolo e qui a fianco riprodotto, così come esposto nel centro di Torino).
In tanti anni non è mai mancato un nostro intervento per illuminare e fare luce alla ricerca di qualche novità sull’“ossessione” di quella che è una vera e propria fuga dalla resa accessibile, ma alla fine ci si stanca pure e non resta che scrivere: vergogna!
Sappiamo per altro che una cara amica ha già spedito una mail di protesta per assenza di accessibilità sia a Steve Della Casa, sia, per conoscenza, al Ministro della Cultura, al Sindaco di Torino, all’Assessore Comunale alla Cultura. Ad oggi, però, non ha avuto nessuna risposta. E anche questo la dice molto, ma molto lunga come sempre.
Presidente dell’APIC di Torino (Associazione Portatori Impianto Cocleare).
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