«Il metodo Braille – ha scritto recentemente Stefania Delendati sulle nostre pagine, in un ampio e dettagliato approfondimento – consente alle persone non vedenti di leggere e scrivere ed è un’invenzione resiliente come poche altre. Nato infatti nell’Ottocento, ha attraversato quasi duecento anni, modificandosi per seguire le mutate esigenze delle persone che ne usufruiscono. Ad inventarlo è stato Louis Braille, una persona non vedente che visse buona parte della sua breve vita in solitudine, impegnando il vivace intelletto di cui era dotato per aprire le porte dell’istruzione e della cultura, e quindi dell’inclusione sociale, alle persone prive della vista come lui. Nel 1824 pose le basi di quello che diventò l’attuale metodo che porta il suo nome, codificato ufficialmente cinque anni dopo».
Braille, scomparso nel 1852 a 43 anni, era nato il 4 gennaio 1809 ed è proprio in coincidenza con quella data che i 4 gennaio scorso si è festeggiata la Giornata Mondiale del Braille, per diffondere e aumentare la consapevolezza di quel geniale metodo di letto-scrittura, ai fini della piena realizzazione dei diritti umani delle persone cieche e ipovedenti.
Consigliando dunque a Lettori e Lettrici la consultazione del citato approfondimento di Stefania Delendati (a questo link), che scorrendo per due secoli ben dimostra tutta l’attualità del Braille, un metodo sempre a fianco delle innovazioni tecnologiche via via presentatesi fino ai giorni nostri, segnaliamo anche, per l’occasione, un nuovo video realizzato dall’EBU, l’Unione Europea dei Ciechi, che sottolinea la costante importanza del Braille stesso e che è disponibile anche sotto forma di descrizione testuale, scena per scena (a questo link il video, a quest’altro la descrizione testuale in italiano). (S.B.)
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