Daniele ha 14 anni e che dire di lui? È già un miracolo vivente di per sé, perché è nato morto ed è stato rianimato, dopo cinque minuti sono riusciti a fargli ripartire il cuore. Secondo la diagnosi natale, non doveva proprio alzarsi dal letto, doveva essere un vegetale. Ora invece Daniele corre, è un miracolo dovuto in primis alla sua forza di volontà. È sempre stato un ragazzo che ha voglia di conoscere, di lottare, di gareggiare. Non si è fermato mai di fronte ai suoi limiti, alle sue difficoltà.
Averlo visto gareggiare ai Giochi Nazionali Invernali Special Olympics di Sappada (Udine) [i Giochi del movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, svoltisi nel dicembre scorso. Se ne legga la nostra presentazione, N.d.R.] ha appagato di tutti i sacrifici fatti per lui. Finalmente ti rendi conto che non esistono nemmeno diagnosi definitive, perché lui non si doveva muovere da quel letto, invece la forza di volontà e l’impegno hanno portato a ben altro.
A Sappada ha conquistato una medaglia d’oro e una d’argento, nonostante non veda. Il bello è che, a suo dire, lui vede tutto, ha una visione del mondo completa. Magari non vede gli ostacoli che ha di fronte, ma in un modo o nell’altro li supera sempre; infatti, lo dice egli stesso, non ci sono limiti che non possa affrontare e vincere.
In seconda elementare, quando la vista ha iniziato a peggiorare, avevamo deciso di avviarlo al Braille, ma lui non ha voluto. Daniele voleva scrivere come i suoi compagni e ha imparato. Ora scrive in stampatello, scrive con un carattere in corpo 72, però scrive.
Daniele è totalmente incluso, si può dire che oggi è “il jolly”, non solo della sua classe, ma della sua scuola. Al momento dei Giochi di Sappada è mancato per tre giorni e tutti si chiedevano dove fosse finito. È stata poi una festa rientrare con le medaglie al collo. Daniele si fa volere bene perché ha un carattere solare.
Lo sport è importantissimo: grazie ad esso, infatti, Atleti come Daniele trovano uno stimolo, trovano la forza nello spirito di squadra, in persone con caratteristiche simili alle proprie e vedendoli riuscire ad arrivare a medaglia. La medaglia per tutti loro è la rivincita di una vita.
Daniele ama tutti gli sport, è sempre sintonizzato su Raisport e segue di tutto. Lo sport è la sua vita, infatti lui pratica con passione il basket e la corsa con le racchette da neve. Per noi che veniamo dalla Calabria le racchette da neve sono straordinarie, non le abbiamo mai conosciute. Daniele si allena sulla spiaggia, a 30 gradi sotto il sole. Anche le temperature invernali, con la neve, sono proibitive per lui.
Il primo giorno dei Giohi di Sappada ha gareggiato sotto la pioggia come se nulla fosse, come se fosse nato sulle montagne. Lo stesso hanno fatto i suoi compagni.
Sono tornata a casa dal Friuli con la gioia nel cuore: vedere gli occhi di Daniele che brillavano quando teneva quella medaglia al collo e la mostrava a chiunque incontrasse… Non c’è altra soddisfazione per un genitore: vederlo felice!
Come mamma di Daniele, non vivo di sogni, ti accontenti della realtà così com’è e apprezzi quello che ti dà ogni giorno, forse perché quando è nato mi avevano detto che non ci sarebbe stato un domani.
Ho vissuto questi 14 anni con piccoli traguardi da raggiungere. Oggi ho motivo di provare gioia, domani è un altro giorno, domani ricominciamo con qualche consapevolezza in più.
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