L’ottava edizione del Festival Internazionale delle Abilità Differenti si è conclusa, ma c’è qualcosa che rimane dentro di noi. Tutte le esperienze di questi giorni ci hanno arricchito e in particolare ciò che è accaduto il 13 maggio a Villa Chierici a Carpi.
In quell’occasione, infatti, abbiamo ascoltato Christian Sanders – sedicenne pianista olandese, affetto da una forma di autismo – che ha eseguito, sotto la guida del musicologo Enrico Raggi, alcuni brani di Mozart, Chopin e altri autori.
Si è trattato di un’esperienza di inaudita bellezza – l’anticipo di quella Cara Beltà [titolo dell’edizione di quest’anno del Festival, N.d.R.] che ognuno di noi desidera – e in quel momento la sensazione e il pensiero di tutti sono stati «non può finire adesso!».
La cosa che più ci ha colpito di quella esibizione è stato lo sguardo che Christian volgeva alla madre sul finire di ogni esecuzione. Questo ci ha fatto capire una cosa, cioè che la bellezza, l’amore, l’affetto e tutte quelle parole e concetti che abbiamo usato nelle precedenti edizioni del Festival – libertà, cuore, vita, passione, senso, grandezza – una persona non riesce a darsele da sé.
Tutti abbiamo la necessità di avere un Altro presente e vicino, un Tu umano che ci confermi continuamente la sorgente di quella bellezza che stiamo offrendo agli altri.
Questo fatto – che ci ha commosso tantissimo – ci spinge adesso a ringraziare tutti e a chiedere al Signore di darci la possibilità ogni giorno, in ogni istante, di stupirci sempre più di quello che ci accade intorno.
Noi crediamo che questa esperienza sia stata vissuta da tante persone nei giorni del Festival, ma crediamo anche che ciò possa avvenire non solo in queste occasioni speciali, ma nella quotidianità di tutti i nostri atti ordinari.
Vero è che, come ha detto un genitore, la disabilità si può definire come un “accumulo di imperfezioni”. Ma noi che cosa siamo, se non un cumulo di imperfezioni?
Eppure, siamo certi che ci sia qualcosa di grande e indomabile dentro di noi, è il nostro cuore che ci conferma che esiste Qualcuno in grado di colmarle, le nostre imperfezioni.
Lavoriamo dunque su questo, sperando che tutti abbiano la possibilità di incontrare un Tu umano che possa ridare senso a queste parole così vere, per il nostro cuore. Almeno un Tu, nell’universo.
E allora, dando appuntamento a tutti alla nona edizione del Festival Internazionale delle Abilità Differenti, nel 2007, informiamo che esso si intitolerà Almeno un Tu nell’universo.
*Responsabile dell’Ufficio Stampa del Festival Internazionale delle Abilità Differenti.
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