«Credo che dovremo fare di più per riflettere le varie dimensioni della diversità umana nel Comitato CEDAW e, in particolare, includere persone provenienti da gruppi di popolazione invisibili e ignorati, come lo sono le donne con disabilità»: lo aveva dichiarato nel 2018 la spagnola Ana Peláez Narváez, allora vicepresidente, oggi vicesegretaria dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, subito dopo essere diventata la prima donna con disabilità a far parte del Comitato ONU CEDAW, ovvero dell’organismo composto da ventitré esperti indipendenti, che verifica l’attuazione della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW, appunto), adottata nel 1979 dall’Assemblea delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 3 settembre 1981.
Se già allora, dunque, si poteva parlare di un fatto “storico”, ovvero di una donna con disabilità eletta in quell’organismo, tanto più si deve farlo oggi, se è vero, come comunica l’EDF stesso, che Peláez Narváez è stata nominata alla Presidenza del Comitato CEDAW.
Nel congratularsi vivamente con la nomina e augurandole ogni successo in questa nuova fase, l’EDF parla «di un meritato riconoscimento del duro lavoro svolto da Ana Peláez Narváez, per dare visibilità ai diritti delle donne e delle ragazze con disabilità in tutto il mondo».
Durante il suo ultimo mandato nel Comitato CEDAW, rinnovato lo scorso anno fino al 2026, Peláez Nerváez, vicepresidente del Comitato stesso nel biennio 2021-2022, ha svolto il ruolo di relatrice durante l’esame dei Rapporti provenienti da diversi Paesi, ha contribuito alla stesura della Raccomandazione Generale sulla tratta di donne e ragazze nel contesto della migrazione globale, ha elaborato quella che sarà la prossima Raccomandazione Generale sui diritti delle donne e delle ragazze indigene.
Nell’EDF, come detto, è attualmente la segretaria generale, oltre a presiederne il Comitato Donne. Nel proprio Paese, inoltre, è vicepresidente esecutivo della Fundación CERMI Mujeres, organizzazione di riferimento per le donne con disabilità in Spagna, oltre ad essere alto commissario per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale nell’ONCE, l’Organizzazione Nazionale Spagnola delle Persone Cieche e con altre Disabilità Visive.
Anche a «Superando.it» – che tratta costantemente sulle proprie pagine il tema delle donne con disabilità e delle discriminazioni multiple e intersezionali cui esse sono sottoposte – non resta che augurarle buon lavoro, sottolineando l’importanza di questo ulteriore passaggio, che potrà dare sempre maggiore evidenza a situazioni ancora troppo poco considerate e discusse, sia a livello nazionale che internazionale. (S.B.)
Ringraziamo Luisella Bosisio Fazzi per la segnalazione.
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