Le “sovrapposizioni di accessibilità” non rendono i siti web accessibili

a cura di Roberto Scano
«Gli overlay di accessibilità (“sovrapposizioni di accessibilità”) consentono agli utenti di modificare l’aspetto dei contenuti online. Sebbene ciò possa aiutare alcune persone, funzionalità simili sono già disponibili nei browser e nei dispositivi odierni e alcuni overlay possono interferire con l’altra tecnologia utilizzata dalle persone con disabilità per accedere ai contenuti online (nota come tecnologia assistiva)»: lo si legge in una dichiarazione prodotta congiuntamente dal Forum Europeo sulla Disabilità e dall’Associazione Internazionale dei Professionisti dell’Accessibilità

Scatola con gli occhiChi scrive ne parlava già nel 2021… Ora finalmente, proprio all’alba degli Accessibility Days di Roma [se ne legga la presentazione anche su queste pagine, N.d.R.] esce una posizione ufficiale. Infatti, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, e la IAAP, l’Associazione Internazionale dei Professionisti dell’Accessibilità, hanno prodotto una dichiarazione congiunta che chiarisce i limiti della tecnologia nota come “overlay di accessibilità” [letteralmente “sovrapposizione di accessibilità”, N.d.R.], avvertendo questa tecnologia non rende i siti web accessibili o conformi alla legislazione europea sull’accessibilità.
Di seguito, quindi, la traduzione italiana di tale dichiarazione congiunta di EDF e IAAP.

«Gli overlay di accessibilità consentono agli utenti di modificare l’aspetto dei contenuti online. Sebbene ciò possa aiutare alcune persone, funzionalità simili sono già disponibili nei browser e nei dispositivi odierni e alcuni overlay possono interferire con l’altra tecnologia utilizzata dalle persone con disabilità per accedere ai contenuti online (nota come tecnologia assistiva).
Molti servizi online pubblici e privati utilizzano ora overlay di accessibilità invece di correggere il loro sito web, per garantire che sia conforme alle leggi sull’accessibilità e agli standard di accessibilità digitale.
Il nostro obiettivo, con questa dichiarazione, è garantire che le persone che non sono esperte di accessibilità digitale capiscano cosa può e non può fare questa tecnologia. Consigliamo dunque vivamente agli acquirenti di tecnologia di impegnarsi attivamente con esperti di accessibilità digitale, con persone con disabilità e con le organizzazioni che le rappresentano, per comprendere le esigenze degli utenti e come soddisfarle.
Può essere difficile per coloro che non sono specialisti di accessibilità digitale, inclusi gli utenti, gli sviluppatori, i designer e i proprietari di siti weeb che acquistano tecnologia, capire cosa possono e non possono offrire gli overlay di accessibilità e i limiti e i potenziali rischi di qualsiasi nuova tecnologia.
Gli utenti di tecnologie assistive hanno già i loro dispositivi e browser configurati con le loro impostazioni preferite. La tecnologia di “sovrapposizione” può interferire con la tecnologia assistiva dell’utente e sovrascrivere le impostazioni dell’utente stesso, costringendo le persone a utilizzare la prima. Ciò rende il sito web meno accessibile ad alcuni gruppi di utenti e potrebbe impedire l’accesso ai contenuti.
I proprietari di siti web che non sono specialisti dell’accessibilità digitale possono essere indotti a credere che gli overlay siano in grado di “aggiustare” l’accessibilità di un sito web, ma non è così. Gli overlay non rendono il sito web accessibile o conforme alla legislazione europea sull’accessibilità e non costituiscono un’alternativa accettabile o un sostituto per riparare il sito web stesso dai suoi problemi di accessibilità».

Roberto Scano
Abbiamo avviato recentemente sulle pagine di «Superando.it», la rubrica Il digitale accessibile, firmata da Roberto Scano, che da oltre vent’anni si occupa di accessibilità informatica, ossia dal 2002, anno in cui entrò nel W3C (World Wide Web Consortium), come rappresentante dell’IWA (International Web Association), partecipando allo sviluppo delle WCAG 2.0 (Web Content Accessibility Guideline), le Linee Guida per l’accessibilità dei siti web. Nel corso degli anni si è occupato del tema dell’accessibilità anche in àmbito normativo, supportando la nascita della cosiddetta “Legge Stanca” (Legge 4/04: “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”), in materia di accessibilità ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e avviando iniziative a livello nazionale, per diffondere il tema dell’accessibilità “by design”.
Attualmente presiede l’Associazione dei Professionisti Web IWA e le Commissioni UNI dedicate alle professionalità digitali e all’accessibilità digitale. Svolge inoltre l’attività di consulente per aziende e Pubblica Amministrazione.

Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito della rubrica Il digitale accessibile.

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