La fantascienza si fa realtà

Questo è quanto insegna la storia di Elma Schippa, la prima donna con disabilità ad avere volato in assenza di gravità che dopo la prima esperienza nel 2005 è pronta a tornare nel Boeing 727 a bordo del quale compirà tredici passaggi nella zona di "non gravità", durante la sua orbita ellittica intorno alla terra

Elma SchippaNon sono state certo un impedimento, per Elma Schippa, le disabilità fisiche che la accompagnano fin dalla nascita e così, dopo una prima esperienza nel 2005, la giovane cortonese tornerà anche nell’agosto di quest’anno a volare in assenza di gravità, senz’altro la prima donna con disabilità al mondo a percorrere tale esperienza.
Il tutto nell’ambito della missione sperimentale non governativa a gravità zero promossa da Spaceland, organizzazione che si è sempre impegnata nelle campagne di divulgazione al volo spaziale e che ha aperto le selezioni al grande pubblico già dal 2000. Dal canto loro la Provincia di Arezzo, insieme alla Regione Toscana e al Comune di Cortona, hanno deciso di sostenere con convinzione “l’idea meravigliosa” di Elma.

Quest’anno il progetto continuerà con nuove e più impegnative missioni di sperimentazione in assenza di gravità, nel corso delle quali Schippa testerà tra l’altro il sistema Facemouse, innovativo software ideato dalla ditta AIDA (Ausili e Informatica per Disabili e Anziani), che permette di utilizzare il computer per comunicare pur disponendo di capacità minime di movimento.

Secondo Mirella Ricci, vicepresidente della Provincia di Arezzo, «quello di associare un’esperienza tanto speciale a protagonisti con disabilità ha due grandi meriti. Il primo è quello evidente di dare a queste persone motivo di speranza e fiducia nel futuro, oltre che di fare aprire gli occhi sulle reali potenzialità di chi si trova a convivere con difficoltà fisiche o psichiche, andando verso una vera integrazione che consenta di essere accettati per ciò che si è e non per ciò che appare. E di ciò Elma Schippa è un eccellente esempio. Il secondo merito è quello della sperimentazione scientifica e dell’applicazione delle più avanzate frontiere della scienza per nuove soluzioni che permettano alle persone con disabilità una vita quanto più possibile indipendente».

Ed Elma che ne dice? “Nipote d’arte” per il suo coraggio, l’anticonformismo e la voglia di girare il mondo – che pare siano stati “ereditati” dalla bisnonna, assieme al nome – Elma è occupata presso un’azienda di cooperazione internazionale e ha potuto realizzare il suo sogno tramite internet.
Esame dopo esame, test dopo test – tutti brillantemente superati – oggi è pronta a riprendere il volo dallo Space Center della Florida a bordo di un Boeing 727, appositamente attrezzato per questa speciale missione.
Orgogliosa di essere probabilmente la prima donna con disabilità al mondo ad aver provato il volo in assenza di gravità e di intraprendere la nuova sfida in collaborazione con la NASA, recentemente non ha mancato però di ricordare problemi molto più “terreni”, come il gran lavoro che ancora resta da fare in tema di abbattimento delle barriere architettoniche: «La mia iniziativa – ha dichiarato – è certamente di grande importanza per la risonanza che avrà e per i risultati attesi, ma per risolvere i problemi di mobilità di chi ha difficoltà motorie tanto resta da fare ancora. Mi auguro che dando maggiore visibilità alle persone con disabilità cresca anche l’attenzione nei nostri confonti».

La parola infine al veterano di voli Carlo Viberti, che comanderà la spedizione di Spaceland, alla quale, da segnalare, parteciperà anche l’ultraottantenne Ugo Sansonetti.
«La missione che Elma affronterà non è certo facile – ha sottolineato Viberti – dal momento che il volo prevede quarante parabole che porteranno ad altrettanti periodi di assenza di gravità. Si tratta di un vero e proprio scenario da fantascienza che si fa realtà, una realtà emozionante che ci porterà sulla stessa pista utilizzata dallo Space Shuttle e all’interno delle strutture NASA, ulteriore riscontro della serietà e dell’importanza delle sperimentazioni che portiamo avanti».
(Stefano Borgato)

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