Mentre in altra parte del nostro sito, abbiamo dato spazio all’approfondita analisi del vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Salvatore Nocera (la si legga cliccando qui), secondo il quale la Proposta di Legge n. C 4207, già approvata dal Senato, con la quale si dettano Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana, pur contenendo alcuni passaggi interessanti, rende quanto meno necessaria alla Camera la soppressione dei riferimenti all’articolo 6 della Costituzione, perché equiparando la LIS (Lingua Italiana dei Segni) a una minoranza linguistica, tali riferimenti sono impropri e anche incostituzionali, rendiamo conto qui dell’iniziativa avviata in questi giorni dal gruppo trasversale di protesta Lingua dei Segni subito!, che dopo un comizio a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli, prevede ora due sit-in, per il 26 e 27 maggio, sempre a Roma, in Piazza Montecitorio.
«Chiediamo l’approvazione della Proposta di Legge 4207 così come approvata dal Senato – si legge nel manifesto elaborato da questo movimento – e il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana, da parte dello Stato, perché: 1. La Lingua dei Segni Italiana, come tutte le lingue del mondo, è una lingua a tutti gli effetti che utilizza il canale visivo-gestuale e presenta tutte le caratteristiche morfologiche, sintattiche, grammaticali di una lingua storico-naturale. 2. È riconosciuta a livello scientifico da ricercatori, linguisti ed altri studiosi. 3. Riconoscere la Lingua dei Segni Italiana significa tutelare i diritti appartenenti alla singola persona e garantiti dall’art. 3 della Costituzione Italiana. 4. Riconoscere la Lingua dei Segni Italiana significa garantire il godimento di diritti, pari opportunità, dignità e rispetto della persona sorda, in quanto cittadina dello Stato Italiano. 5. Ogni cittadino dello Stato Italiano ha diritto e libera scelta di poter usufruire o meno di tale lingua per comunicare. Il DDL [Disegno di Legge, N.d.R.] non implica l’imposizione dell’uso della Lingua dei Segni Italiana ma che ogni cittadino che ne faccia richiesta, sia libero di utilizzarla».
Si tratta certamente di una materia assai delicata, sulla quale – come i Lettori avranno compreso – le posizioni delle stesse associazioni impegnate in difesa dei diritti delle persone sorde non sono per niente univoche.
In tal senso, ad esempio, registriamo la contrarietà all’approvazione del Disegno di Legge per come è formulato, espressa in questi giorni da Antonio Cotura, presidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) – associazione aderente alla FISH – durante la sua audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera. Un intervento, quello di Cotura, che pubblicheremo anch’esso quanto prima, tentando di continuare a informare i Lettori nel modo più ampio possibile. (S.B.)
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