Riforma assistenziale: dopo le parole quali saranno i fatti?

Nella stessa seduta del 30 giugno che ha visto il Consiglio dei Ministri approvare il testo della nuova Manovra Finanziaria, è stata licenziata anche la bozza di Disegno di Legge che attribuisce al Governo stesso la delega per la riforma fiscale e assistenziale. Rispetto a quest'ultima, i tempi dell'iter saranno quanto mai lunghi, ma possiamo già provare a vederne i tratti essenziali. Dal canto suo, il Forum Nazionale del Terzo Settore resta in attesa che «alle parole seguano i fatti», specie per quanto riguarda la sussidiarietà, «nel rispetto del ruolo attivo del volontariato, dell'associazionismo e dell’intesa sociale che, certo, non possono essere ridotti a meri sostituti dell'intervento pubblico nei servizi socio-assistenziali»

Il Consiglio dei MinistriNella stessa seduta del 30 giugno scorso, durante la quale il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, ovvero la nuova Manovra Finanziaria, è stata licenziata anche la bozza di Disegno di Legge che attribuisce al Governo stesso la delega per la riforma fiscale e assistenziale.
Così come abbiamo fatto per la Manovra (se ne legga cliccando qui), anche su questo provvedimento segnaliamo ai Lettori un’ampia e approfondita analisi curata dal Servizio HandyLex.org (la si legga cliccando qui), centrata per altro sulla seconda parte del Disegno di Legge (articolo 10), quella cioè concernente la riforma assistenziale.

«Il titolo stesso dell’unico articolo che riguarda la “riforma assistenziale” – scrive Carlo Giacobini, direttore responsabile di HandyLex.org, che ha curato la scheda – fa comprendere che non si tratta di una profonda ristrutturazione del comparto, quanto piuttosto di “interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale”. Le linee d’azione sono comunque molto rilevanti per moltissimi Cittadini, per molte Amministrazioni locali e per un numero potenzialmente significativo di Associazioni di volontariato chiamate a gestire alcuni servizi. I decreti legislativi del Governo – che ha tempo due anni per emanarli – saranno finalizzati “alla riqualificazione e integrazione delle prestazioni socio assistenziali in favore dei soggetti autenticamente bisognosi, al trasferimento ai livelli di governo più prossimi ai cittadini delle funzioni compatibili con i princìpi di efficacia e adeguatezza, alla promozione dell’offerta sussidiaria di servizi da parte delle famiglie e delle organizzazioni con finalità sociali”. Balza all’occhio l’assenza di ogni riferimento ai livelli essenziali di assistenza. Su questi princìpi generalissimi, che vedono una restituzione ai Comuni di alcune competenze e un coinvolgimento del no-profit, il disegno di legge individua una serie di criteri direttivi».

Si tratta sostanzialmente di direttive che vanno dalla revisione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) al riordino dei criteri dei requisiti reddituali e patrimoniali, inclusi quelli relativi all’invalidità e alla reversibilità; dall’armonizzazione («concetto piuttosto fluttuante – si rileva in HandyLex.org – ricordando che questo genere di delega consente spesso al Legislatore di abrogare o introdurre disposizioni al di là degli intenti originari, con largo margine di discrezionalità») all’indennità di accompagnamento, per la quale si parla dell’«istituzione di un fondo per l’indennità sussidiaria alla non-autosufficienza», senza però che il testo faccia comprendere, secondo Giacobini, «se tale indennità sussidiaria alla non-autosufficienza sarà integrativa dell’indennità di accompagnamento oppure se la sostituirà e come».
Infine, il trasferimento della «carta acquisti» ai Comuni singoli e associati, senza una previsione di maggiore spesa e ultime, ma non ultime, nuove competenze per l’INPS al quale, come si spiega in HandyLex.org, «verrà attribuita (anche) la competenza relativa all’erogazione delle prestazioni assistenziali quando assumono il carattere di contributo monetario diretto, in coordinamento con Regioni ed Enti locali. E, sempre all’INPS, verrà attribuito il compito di “schedatura” o, più precisamente, di organizzazione del “fascicolo elettronico della persona e della famiglia attraverso la realizzazione di un’anagrafe generale delle posizioni assistenziali, condivisa tra le amministrazioni centrali dello Stato, gli enti pubblici di previdenza e assistenza, le Regioni e gli Enti Locali, al fine di monitorare lo stato di bisogno e il complesso delle prestazioni di tutte le amministrazioni pubbliche”».

Il Disegno di Legge dovrà ora essere formalmente depositato alla Camera, discusso, emendato, approvato dai due rami del Parlamento e quindi essere firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Solo successivamente il Governo potrà elaborare i testi e sottoporli alle Camere per un parere non vincolante, prima di approvarli definitivamente. Un iter piuttosto lungo, nel quale interverranno anche una serie di consultazioni con la Conferenza Stato Regioni e con le parti sociali.

Da segnalare, in conclusione, che anche il Forum Nazionale del Terzo Settore ha ascoltato con interesse le dichiarazioni del ministro dell’Economia Tremonti su tale Disegno di Legge. «Rimaniamo in attesa – ha dichiarato a tal proposito il portavoce del Forum Andrea Olivero – che alle parole seguano i fatti. Che cioè la sussidiarietà, più volte richiamata nella dichiarazione del Ministro, trovi la sua piena affermazione nel rispetto del ruolo attivo del volontariato, dell’associazionismo e dell’intesa sociale che, certo, non possono essere ridotti a meri sostituti dell’intervento pubblico nei servizi socio-assistenziali».
«Esprimiamo inoltre preoccupazione – ha aggiunto Olivero – per gli annunciati ulteriori tagli alle spese sociali e all’istruzione che, seppur rimandati a un futuro imprecisato, non fanno altro che contribuire alla crescita di uno stato di insicurezza del nostro Paese».
«Continuiamo a chiedere con forza – ha concluso il portavoce del Forum del Terzo Settore – che il Governo si assuma le proprie responsabilità in tema di politiche sociali e che dia riscontri reali alle nostre proposte che vanno nella direzione di adottare misure concrete per la lotta alla povertà e alle altre emergenze sociali. Crediamo che le spese per un sano welfare siano un investimento per il futuro del Paese». (S.B.)

Ricordiamo ancora che il citato approfondimento di HandyLex.org sul Disegno di Legge Delega per la riforma assistenziale si può leggere cliccando qui.
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