Con una mossa rara, due esperti delle Nazioni Unite hanno criticato formalmente la Proposta della Commissione Europea per un Regolamento e una Decisione del Consiglio che disciplinano la Convenzione dell’Aia sulla protezione degli adulti del 13 gennaio 2000.
Tale Proposta di Legge mira a introdurre una serie di norme relative alla protezione degli adulti quando devono gestire i propri affari o affrontare questioni legali nei Paesi dell’Unione Europea.
A darne notizia è l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, segnalando come all’inizio dello scorso agosto, i due esperti – il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Gerard Quinn) e l’Esperta Indipendente delle Nazioni Unite sul godimento di tutti i diritti umani da parte delle persone anziane (Claudia Mahler) – hanno pubblicato una Relazione congiunta indirizzata alla Commissione Europea, ponendo a tema l’adeguatezza di tale Proposta con gli attuali trattati internazionali.
La Proposta cui si riferiscono gli esperti era stata resa pubblica dalla Commissione Europea lo scorso mese di maggio, con l’intento di disciplinare la “protezione” degli adulti in situazioni transfrontaliere, assumendo come riferimento una Convenzione (quella dell’Aia) non emanata dall’ONU.
In concreto tale Proposta è volta a disciplinare quelle situazioni nelle quali, ad esempio, un adulto si trasferisce in un altro Paese o possiede una casa o altre attività finanziarie in un Paese dell’Unione Europea diverso da quello di residenza.
Partendo da tali considerazioni, la Relazione congiunta degli esperti si incentra sul fatto che il nucleo del Regolamento proposto non è conforme alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Nello specifico, nella loro comunicazione congiunta, essi osservano che:
° Nella Proposta della Commissione Europea la nozione di “rappresentanza” sembra mescolata con quella di processo decisionale supportato enunciata nella Convenzione ONU.
° L’articolo 3, paragrafo 3 della Proposta fraintende la differenza tra il “potere di rappresentanza” e il processo decisionale supportato richiesto dalla Convenzione ONU.
° L’articolo 21 della Proposta prevede quale misura di protezione il “collocamento” della persona in un istituto. Questa è una chiara violazione degli articoli 5 (Uguaglianza e non discriminazione) e 19 (Vita indipendente e inclusione nella società) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e non dovrebbe trovare posto nel Regolamento.
Gli esperti affermano quindi che «entrambe le bozze degli articoli 3.3 e 21 del Regolamento richiedono una revisione».
Essi sottolineano inoltre che «per quanto riguarda gli Stati membri dell’Unione Europea e le parti esterne, vorremmo spingerci oltre rispetto a quanto proposto nel 2021, e suggeriamo che la decisione che autorizza gli Stati Membri a ratificare la Convenzione dovrebbe chiarire che non dovrebbero limitarsi ad allinearsi alla Dichiarazione Interpretativa che abbiamo proposto nel 2021, ma dovrebbero anche fare una riserva alla Convenzione dell’Aia escludendo (nelle parti in cui è consentita) l’istituzionalizzazione dall’ambito delle misure di protezione».
Nel 2021 il Relatore Speciale aveva già commissionato uno studio giuridico sulla Convenzione dell’Aia. Quello studio aveva raccomandato che i Paesi che aderiscono a tale Convenzione adottassero una dichiarazione in cui affermare che avrebbero interpretato e applicato la stessa Convenzione dell’Aia nel rispetto degli obblighi definiti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Per quanto riguarda ora la Proposta della Commissione Europea, gli esperti suggeriscono che la decisione del Consiglio sostenga non solo la Dichiarazione Interpretativa, ma anche una riserva alla Convenzione dell’Aia che escluda l’istituzionalizzazione dal suo campo di applicazione.
In ogni caso, nonostante le critiche esposte, gli esperti hanno accolto con favore gli sforzi compiuti per risolvere il “conflitto tra le leggi”, perché questo significa rendere più facile stabilire quale legge si applica nei casi in cui siano coinvolti due (o più) Paesi. Hanno inoltre accolto con favore il riferimento alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nei Considerando dei regolamenti proposti (Considerando 10 e 15).
Dopo che la Commissione Europea avrà ricevuto i diversi riscontri sulla Proposta, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea negozieranno il testo.
Dal canto suo, Il Forum Europeo sulla Disabilità sta preparando alcune proposte di emendamento per rendere il testo conforme ai diritti fondamentali, e chiedere il rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. (Simona Lancioni)
Per ulteriori informazioni: Marine Uldry (responsabile dell’Ufficio per i Diritti Umani del Forum Europeo sulla Disabilità), marine.uldry@edf-feph.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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