Vi è un trentenne con disabilità grave, Christian Durso, residente in provincia di Salerno, che da mesi è impegnato contro il rifiuto ricevuto da due Atenei, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Salerno, alla richiesta di accesso agli esami a distanza, in collegamento da remoto, ciò che lo ha costretto a rinunciare ad iscriversi al corso di laurea in Giurisprudenza, poiché, a causa delle sue condizioni di salute e anche della mancanza di mezzi di trasporto pubblici adeguati, non potrebbe raggiungere in presenza le Università e sostenere gli esami in sede.
Nei mesi scorsi una lettera sulla questione, inviata ad Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, è rimasta senza risposta. «Non capisco perché si debba perdere questa possibilità – afferma Durso -, da offrire almeno a chi ha un’oggettiva impossibilità di spostarsi e raggiungere la sede universitaria. E bisogna anche considerare la carenza dello Stato nel supportare le persone con disabilità».
All’inizio di agosto la vicenda è arrivata anche in Parlamento, dopo che il senatore Ivan Scalfarotto ha depositato un’Interrogazione rivolta sia alla Ministra dell’Università e della Ricerca chje a quella per le Disabilità, chiedendo tra l’altro al Governo «se intenda intraprendere, d’intesa con la conferenza dei rettori delle università italiane, specifiche iniziative volte all’introduzioni di eventuali deroghe finalizzate al sostenimento degli esami universitari in modalità da remoto per studenti con disabilità grave».
A fianco di Christian Durso vi è l’Associazione Luca Coscioni il cui coordinatore delle iniziative sulla disabilità Rocco Berardo coordinatore iniziative sulla disabilità dell’Associazione dichiara: «La richiesta di Christian, che è condivisa da tantissime persone con disabilità grave, residenti in piccoli Comuni lontani da sedi universitarie, potrebbe essere accolta seguendo quanto sperimentato nel recente passato. Quello che si poteva fare durante il Covid, in tema di partecipazione digitale universitaria, però, è stato già dimenticato. Per facilitare i collegamenti si potrebbero anche attivare gli istituti scolastici, presenti in tutti i Comuni, come sedi di esami da remoto con la presenza di personale scolastico e strumentazione dedicata. Basta la volontà politica». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Fabio Miceli (fabio.miceli2@associazionelucacoscioni.it).
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