L’inclusione scolastica è un valore, ma c’è sfiducia tra gli addetti ai lavori

«La dimensione valoriale e ideale dell’inclusione è ancora fortissima, ma calandosi nella realtà operativa delle scuole, giorno dopo giorno, si accumulano difficoltà concrete che alimentano uno scetticismo sempre crescente»: lo ha dichiarato Dario Ianes, co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, a commento dei dati risultanti dal sondaggio nazionale “Inclusione scolastica: un valore irrinunciabile?”, prodotti in apertura del 14° Convegno Internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, promosso come sempre dal Centro Studi Erickson e in corso di svolgimento a Rimini
Ragazzi e ragazze con varie disabilità davanti a una scuola
Ragazzi e ragazze con varie disabilità davanti a una scuola

«La dimensione valoriale e ideale dell’inclusione è ancora fortissima, ma calandosi nella realtà operativa delle scuole, giorno dopo giorno, si accumulano difficoltà concrete che alimentano uno scetticismo sempre crescente, che arriva a punte di quasi la metà del nostro campione. Campione, tra l’altro, di insegnanti motivato e autoselezionato. La percezione di irrealizzabilità e di utopia sta crescendo, in parallelo con l’indebolimento delle relazioni di collaborazione tra scuola, famiglie e servizi sanitari e sociali»: lo ha dichiarato Dario Ianes, ordinario di Pedagogia dell’Inclusione alla Libera Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, a commento dei dati risultanti dal sondaggio nazionale Inclusione scolastica: un valore irrinunciabile?, prodotti in apertura del 14° Convegno Internazionale La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale, promosso come sempre dal Centro Studi Erickson e in corso di svolgimento al Palacongressi di Rimini, evento già da noi ampiamente presentato nei giorni scorsi.

Curato dallo stesso Dario Ianes, insieme a Benedetta Zagni, Francesco Zambotti, Sofia Cramerotti e Sara Franch (R&S Educazione Erickson), il sondaggio  ha raccolto le risposte di 3.137 persone, tra insegnanti, educatori, pedagogisti, assistenti sociali, neuropsichiatri infantili, genitori di persone con disabilità ed esperti del settore.
Nel dettaglio dei dati prodotti, risulta che il 96% del campione ritiene che l’inclusione scolastica sia un valore per l’alunno/a indipendentemente dalla sua disabilità; secondo il 95%, infatti, essa porta benefìci cognitivi e sociali ai compagni e alle compagne di classe. E tuttavia, secondo il 42% l’attenzione positiva all’inclusione è calata nel tempo e il 40% ritiene che oltre quarant’anni di scuola inclusiva non abbiano reso l’Italia un Paese più inclusivo. Il 47%, infine, pensa, nel proprio lavoro quotidiano, che una vera inclusione non sia fattibile.
«A fronte di questi risultati – sottolineano da Erickson – si riafferma ancora una volta la necessità della scuola di porsi come ambiente sempre più equo e capace di mettere al centro il benessere socio-emotivo di studenti e studentesse, al pari di quello del corpo docente, al fine di favorire l’apprendimento e lo sviluppo del potenziale di ciascuno, guardando all’inclusività da una prospettiva intersezionale». (S.B.)

A questo link è disponibile il report completo del sondaggio realizzato da  Erickson. Pr ulteriori informazioni e approfondimenti: Lisa Oldani (lisa.oldani@erickson.it).

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