Si stima che il 14,4% delle persone con disabilità si sposti con mezzi pubblici urbani, contro una media di tutta la popolazione del 25,5%. Valori che tuttavia non considerano la situazione di treni, navi e aerei di linea. Questi ultimi, infatti, non hanno mai affrontato dei percorsi di modifica per diventare più accessibili alle persone con disabilità, per cui presentano ancora molte criticità.
Malgrado ci siano degli elevatori per raggiungere i portelloni d’ingresso delle aerei, la cui presenza dipende dall’organizzazione degli aeroporti e delle compagnie aeree, i problemi sorgono all’interno del mezzo. Questi obbligano infatti le persone con disabilità a sedersi sui sedili del mezzo e a caricare in stiva la propria sedia a rotelle. Fatto, questo, che oltre a compromettere l’integrità della sedia, vista la grande “delicatezza” che hanno gli addetti ai lavori verso i bagagli, è insostenibile per la salute di alcune persone con disabilità.
Ci sono infatti persone che senza una seduta personalizzata vanno incontro a problemi medici o non riescono a mantenere la posizione seduta. Inoltre, effettuare dei passaggi di seduta negli spazi angusti di un aereo può ferire la persona con disabilità o eventuali assistenti. È quindi tempo di trovare sistemi per viaggiare nella cabina passeggeri degli aerei a bordo della propria sedia a rotelle, come sta avvenendo negli Stati Uniti con il sistema Air4All, sia per una questione di giustizia sociale, che per evitare il paradosso per cui i “normodotati” arrivano su Marte e le persone con disabilità non possono volare dall’altra parte del mondo.
Così chi scrive, insieme all’Associazione Luca Coscioni e ad altri, ha lanciato una raccolta firme per sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare i Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e per le Disabilità. Perché senza l’appoggio della politica nazionale, diventa difficile sostenere la battaglia a livello europeo. Si tratta infatti di un aspetto cruciale per creare dei tavoli di progettazione fra i costruttori di aerei e tutte le parti coinvolte, allo scopo di risolvere il problema, visto che sicuramente non saranno solo gli aerei a dover essere modificati.
Perciò se per chi legge questa situazione è intollerabile e va modificata, invito tutti e tutte a firmare la petizione online denominata Voliamo sulla nostra carrozzina, disponibile a questo link (già sottoscritta al momento da quasi 6.200 persone).
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