Università (pubbliche e private) e studenti/studentesse con disabilità

Nel tirare le somme dell’indagine lanciata lo scorso anno sull’inclusione degli studenti universitari, l’APIC di Torino (Associazione Portatori Impianto Cocleare) sottolinea che i risultati sono stati soddisfacenti, pur essendo emerse anche alcune problematiche e suggerimenti utili. Vediamo quali, dedicando tra l’altro spazio anche alla disparità nei costi delle tariffe tra Università pubbliche e private

Giovane laureato con disabilità fotografato di spalle«Questa indagine è dedicata a chiunque abbia frequentato o stia frequentando un corso di laurea presso un qualunque Ateneo, sia pubblico che privato, e che sia in possesso di una certificazione di invalidità civile, di sordità o di cecità»: così l’APIC di Torino (Associazione Portatori Impianto Cocleare) aveva presentato nell’ottobre dello scorso anno un proprio sondaggio, basato su un questionario cui avevamo dato visibilità anche sulle nostre pagine.
Nel tirare ora le somme di quell’indagine (il resoconto integrale sulle risposte ricevute è disponibile a questo link), la stessa APIC sottolinea che da essa «emerge un risultato più che soddisfacente riguardo all’inclusione degli studenti universitari con disabilità, facendo per altro emergere anche problematiche e suggerimenti di cui faremo tesoro nelle azioni future, valutando, ad esempio, un contatto con alcuni servizi di inclusione universitaria al fine di approfondire i problemi individuati».

Vediamoli dunque, qui di seguito, quali siano i principali problemi emersi dagli studenti e dalle studentesse interpellati/e. Da parte di quelli con disabilità uditiva, ad esempio, è stata lamentata la mancanza di sottotitoli nelle lezioni online di un’università privata. Un’altra criticità segnalata riguarda un Ufficio Disabili che si limita a segnalare ai docenti la presenza di studenti con disabilità, senza tuttavia fornire supporto effettivo. Più in generale è stata sottolineata la necessità di una maggiore omogeneità di informazioni e servizi tra gli Atenei e la richiesta di un dialogo più frequente con le Associazioni di categoria, senza trascurare le testimonianze riguardanti la scarsa conoscenza degli uffici preposti alle procedure burocratiche legate alle specifiche disabilità.
E ancora, alcuni studenti hanno evidenziato la mancanza di assistenza igienico-sanitaria, la carenza di parcheggi riservati e la difficoltà nell’ottenere tempestivamente i testi e affrontare i test di ingresso. Altri hanno lamentato invece il problema di comunicare le proprie esigenze ai professori e la difficoltà nel farle rispettare.

Nodo centrale rilevato dal sondaggio è stato quello della disparità nei costi delle tariffe tra Università pubbliche e private, sollevando interrogativi sui limiti imposti dalla legge e sui diritti degli studenti con disabilità.
Qui bisogna fare riferimento all’articolo 9, comma 2 del Decreto Legislativo 68/12, che recita: «Le Istituzioni e le università esonerano totalmente dalla tassa di iscrizione e dai contributi universitari gli studenti […] con disabilità, con riconoscimento di handicap ai sensi dell’articolo 3, comma 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o con un’invalidità pari o superiore al sessantasei per cento». Pur alla luce di tale norma, però, mentre le tasse a carico degli studenti con disabilità nelle Università pubbliche risultano essere nulle (o quasi), in quelle private sono previste solo delle agevolazioni. «Intendiamo verificare – sottolineano dall’APIC – se le pratiche dei privati rispettino i limiti imposti dalla legge e a quale normativa facciano riferimento». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il resoconto integrale sulle risposte ricevute. Per altre informazioni: info@apic.torino.it.

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