Incontinenza e stomia: si arricchisce la mostra “Siamo un’opera d’arte”

Avevamo dato ampio spazio, lo scorso anno, all’originale e intelligente progetto di comunicazione sociale “Siamo un’opera d’arte”, promosso dalla FAIS (Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati) e consistente in sei celebri capolavori artistici che grazie alla tecnica della “Visual Art”, indossano o ripropongono presìdi per incontinenza e stomia. Ora quell’iniziativa si arricchisce di tre nuove opere, “La maternità” di Gustav Klimt e due ispirate a “Campbell’s Soup Cans” e “Shot Marilyns” di Andy Warhol, approcciandosi quindi alla pop art, passando per l’Art Nouveau
"Campbell's Soup Cans" di Andy Warhol, rivisitata dal FAIS
“Campbell’s Soup Cans” di Andy Warhol, rivisitata per la mostra del FAIS “Siamo un’opera d’arte”

Avevamo dato ampio spazio, lo scorso anno, all’originale e intelligente progetto di comunicazione sociale denominato Siamo un’opera d’arte, promosso dalla FAIS (Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati) e consistente in sei celebri capolavori artistici che grazie alla tecnica della cosiddetta Visual Art, indossano o ripropongono presìdi per incontinenza e stomia.
Ora quell’iniziativa si arricchisce ulteriormente, affiancando a quei sei capolavori dell’arte classica (Nascita di Venere di Botticelli, Perseo con testa di Medusa di Cellini, Venere di Urbino di Tiziano, il Discobolo di Mirone, Tentazione di Adamo ed Eva di Masolino da Panicale e Amore e Psiche di Canova) tre nuove opere, vale a dire La maternità di Gustav Klimt e due ispirate a Campbell’s Soup Cans e Shot Marilyns di Andy Warhol, arrivando quindi alla pop art, passando per l’Art Nouveau.

«Parlare di incontinenza e stomia in Italia è ancora un tabù – sottolinea Pier Raffaele Spena, presidente della FAIS -: vergogna, paura, imbarazzo generano infatti pregiudizi che spesso influiscono fortemente sulla vita delle persone più fragili e le loro famiglie. Per questo lo scorso anno abbiamo ideato questa campagna, per accendere, anche provocatoriamente, un riflettore su una condizione di cui si parla poco, ma che condiziona in maniera significativa la vita delle persone interessate, e spesso anche dei caregiver. Con queste nuove opere la campagna si evolve: dall’affermazione dell’identità individuale arriva infatti a trattare temi specifici come la maternità, ben rappresentata nell’opera di Klimt, ma anche quelle ispirate a Warhol ci permettono di arrivare a un pubblico più vasto che sa poco o nulla di questi temi».

«La ricerca di nuove opere è stata ardua», afferma dal canto suo Mattia Zucca, Head of Healthcare Strategy & Communication di MCO International Group, l’agenzia che ha collaborato alla realizzazione della campagna. «L’arte classica – aggiunge infatti – si presta meglio delle altre alla rivisitazione. Tuttavia, la scelta della pop art, e nello specifico di due icone come quelle di Andy Warhol, crediamo possa essere vincente per sensibilizzare un pubblico sempre più ampio sulla quotidianità delle persone con stomia e incontinenza».

Ricordiamo in conclusione che la mostra si può visitare virtualmente (a questo link), consentendo allo spettatore, grazie alla tecnologia 3D, di immergersi nell’ambiente museale e godersi le opere presentate. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Anita Fiaschetti (anitafiaschetti@gmail.com).

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