Riuscirà il Regolamento Europeo a far volare tutti tranquillamente?

È quello che auspichiamo, sperando soprattutto che non si verifichino più, in futuro, casi come quelli dei due atleti con disabilità costretti a perdere l'aereo, a Roma Fiumicino, e ad attendere per più di sette ore un altro volo per Alghero, a causa del mancato arrivo degli addetti che gestiscono i servizi di trasporto dal terminal al velivolo

Persona con disabilità in aeroporto“Il danno e le beffe”: mai come questa volta, forse, è il caso di riprendere l’antica formula nel raccontare quanto accaduto a Luigi Scarpa e Luca Puggioni, atleti con disabilità della squadra di basket in carrozzina di Porto Torres (Sassari) che qualche giorno fa, dopo avere regolarmente svolto le operazioni di check-in all’aeroporto di Roma Fiumicino, in attesa di imbarcarsi sul volo AirOne per Alghero delle 16.45, hanno inutilmente aspettato – insieme ai rispettivi accompagnatori – l’arrivo degli addetti della società che gestisce i servizi di trasporto dal terminal all’aereo. E così quest’ultimo – quando il personale è arrivato, poco dopo le 17 – ovviamente era già partito e i due malcapitati hanno dovuto attendere il volo successivo per oltre sette ore!
All’arrivo poi all’aeroporto Riviera del Corallo di Alghero, le “beffe” di cui si è detto: infatti, circa metà dei bagagli di Luigi e Luca non era arrivata…

La vicenda è stata denunciata alla Polizia Giudiziaria di Fiumicino, ma nei giorni successivi l’eco si è diffusa anche a livello continentale, quando la deputata europea Luciana Sbarbati ha presentato un’interrogazione scritta al Parlamento di Strasburgo, ponendo in primo luogo l’accento sulla libera circolazione e sulla pari dignità per i passeggeri con ridotta mobilità. «Fatti simili – ha sottolineato Sbarbati – non dovrebbero accadere, soprattutto in aerostazioni internazionali come quella di Fiumicino, abituate a livelli di traffico enormi».
L’europarlamentare ha chiesto poi quali misure la Commissione Europea intenda assumere, «considerato che si tratta di garantire la libera circolazione e la pari dignità nell’erogazione di un servizio pubblico. Sono infatti convinta che negli aeroporti si debbano prestare particolari attenzioni per quei cittadini che necessitano di aiuto e assistenza per superare ostacoli e barriere architettoniche che invece dovrebbero essere rimossi».
Infine, dopo aver chiesto alla Commissione se sia a conoscenza di episodi analoghi o in possesso di statistiche relative a questo tipo di disservizi sul territorio comunitario, Sbarbati ha concluso la propria interrogazione chiedendo «se a livello di Unione Europea si ritiene di dover effettuare controlli sulla reale applicazione della Carta Europea dei Diritti del Passeggero e favorire l’accertamento delle responsabilità delle compagnie aeree e di quelle di gestione dei servizi a terra degli scali, a difesa delle persone con mobilità ridotta».

In realtà – com’è ben noto ai lettori del nostro sito, dal momento che si tratta di un tema che seguiamo da anni – sin dal 26 luglio 2007 è già in vigore il Regolamento Europeo sui Diritti delle Persone con Disabilità nel Trasporto Aereo (CE 1107/2006), limitatamente al divieto rivolto alle compagnie aeree di rifiutare l’imbarco di un passeggero solo perché ha una disabilità (articolo 3: Divieto di rifiutare il trasporto e articolo 4: Deroghe, condizioni speciali e informazioni).
Dal 26 luglio prossimo, però, entreranno in vigore anche i rimanenti articoli che, in sostanza, attribuiranno al gestore aeroportuale la responsabilità sull’intero processo dell’assistenza a terra.
Inoltre, sempre da quella data, dovranno essere le compagnie aeree e i gestori aeroportuali a garantire, a norma di Regolamento, l’adeguata formazione del personale e la qualità dell’assistenza ai cosiddetti PRM (acronimo che sta per “Persona a Ridotta Mobilità”).
Con piacere avevamo registrato in tal senso le riunioni convocate dallo scalo veneziano Marco Polo di Tessèra, per preparare questa importante fase (se ne legga nell’articolo Volo aereo e disabilità: gli aeroporti cominciano a muoversi, disponibile cliccando qui).

L’auspicio, a questo punto, è che episodi come quello dei giorni scorsi non possano e non debbano più verificarsi, ciò che tra qualche mese dovrebbe succedere anche negli aeroporti del nostro Paese. E in ogni caso ad occuparsi ufficialmente per l’Italia dei vari disguidi e disservizi – come da noi segnalato qualche mese fa – è l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), pronto a recepire tutti i casi riguardanti persone con disabilità o ridotta mobilità che percepiscano come non rispettati i diritti fissati dal Regolamento Europeo, dopo aver posto la questione all’aeroporto o alla compagnia aerea e avere ottenuto una risposta insoddisfacente.
Vale certamente la pena ricordare, in conclusione, che per tali segnalazioni è stato avviato anche uno specifico indirizzo di posta elettronica, da utilizzare solo a questo scopo: diritti.passeggeri.disabili@enac.rupa.it. (Stefano Borgato)

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