«Un lascito solidale è un vero e proprio “trampolino verso la vita”, perché permette di andare oltre se stessi, persino oltre la propria vita, per dare a quella di chi ha bisogno una possibilità in più. Si tratta però di uno strumento ancora poco conosciuto e sono tanti i falsi miti che lo circondano. Per questo abbiamo voluto questo incontro per fare chiarezza e sensibilizzare»: a dirlo è Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), presentando l’incontro online Lascito solidale: conosciamolo meglio, promosso dalla stessa UILDM per il pomeriggio di lunedì 15 aprile (ore 17), pensato appunto come un’occasione per mettere a fuoco le informazioni principali su come e cosa è possibile donare grazie a un lascito solidale, sulla differenza tra lascito e legato, e anche su ciò che la UILDM è riuscita a realizzare grazie a chi ha scelto questo strumento come forma di sostegno alle proprie attività associative.
A seguire l’introduzione di Marco Rasconi e con la moderazione di Valentina Bazzani, giornalista pubblicista e volontaria della UILDM, vi saranno gli interventi di due notaiche risponderanno ai quesiti più frequenti sul tema trattato. (S.B.)
Per iscriversi al webinar del 15 aprile, accedere a questo link. Per ulteriori informazioni (e anche per porre quesiti prima dell’incontro): uildmcomunicazione@uildm.it.
Articoli Correlati
- Falsi invalidi: a volte ritornano (ma sempre di un "pacco" si tratta...) «Erano spariti da ogni interesse mediatico i “falsi invalidi” almeno da quattro-cinque anni - scrive Andrea Pancaldi -, ma ora il fenomeno ritorna, in alcuni organi d’informazione, sempre però strumentalmente…
- La salute della donna con disabilità tra bisogni e falsi miti «Le donne con disabilità non possono avere una vita sessuale»; «se una donna con disabilità non ha rapporti sessuali, perché dovrebbe fare visite ginecologiche?»; «le donne con disabilità sviluppano meno…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…