A salvaguardia delle corde vocali

Il 16 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Voce, ricorrenza nata in Brasile nel 1999 allo scopo di incoraggiare le persone a prendersi cura delle corde vocali, giacché esse sono esposte ad essere danneggiate a causa di molteplici fattori. Pare che in Italia una persona su cinque soffra di disfonia, ovvero di un’alterazione qualitativa o quantitativa della voce, per una qualsiasi causa, organica o funzionale. Ora qualche soluzione sembra poter arrivare dall’intelligenza artificiale, anche per persone affette , ad esempio, dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica)

Donna si tocca la golaSi è celebrata lo scorso 16 aprile la Giornata Mondiale della Voce (World Voice Day), ricorrenza nata in Brasile nel 1999 allo scopo di incoraggiare le persone a prendersi cura delle corde vocali, giacché esse sono esposte ad essere danneggiate a causa di molteplici fattori.
In occasione della ricorrenza, che ormai è celebrata ovunque, sono stati divulgati alcuni dati di uno studio americano sullo stato di salute della voce, recentemente divulgato dalla «National Library of Medicine» (Prevalence of Voice Disorders in the United States: A National Survey, gennaio 2024), dal quale risulta che negli Stati Uniti d’America un adulto su 5 (20,6%) soffra di voice disorders (“disturbi della voce”), mentre un altro studio del 2005, di cui riferisce «The Economist» (A flexible patch could help people with voice disorders talk, 13 marzo 2024), aveva previsto che il 30% della popolazione globale avrebbe sofferto di un disturbo vocale ad un certo punto della vita.
Per quel che riguarda l’Italia, alcuni dati sono stati pubblicati lo scorso anno dal giornale medico online «clicMedicina», che titolava: 1 italiano su 5 colpito da disfonia almeno 1 volta nella vita (13 aprile 2023).

Con il termine disfonia si fa riferimento ad «un’alterazione qualitativa o quantitativa della voce, per una qualsiasi causa. La disfonia può avere origine organica o funzionale. Tra le cause organiche annoveriamo le infiammazioni a carico della laringe (laringiti), le malformazioni congenite, la presenza di lesioni tumorali o di lesioni benigne (come per esempio polipi, noduli o cisti delle corde vocali) e i traumi. Tra le cause funzionali rientrano, invece, l’uso eccessivo e/o scorretto della voce e la disfonia idiopatica (senza causa apparente)», è scritto nel sito dell’IRCCS Humanitas (nell’apposita voce dell’Enciclopedia Medica).
Delle possibili risposte alla disfonia si è occupata proprio in questi giorni «Tecnomedicina», testata che indaga il rapporto tra nuove tecnologie e medicina, ove sono state messe in rilievo le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, in sigla AI (si veda: Un adulto su 5 presenta disturbi alle corde vocali: per salvaguardarle scende in campo l’intelligenza artificiale, 16 aprile 2024).
In particolare viene segnalato Voice4You, progetto tutto italiano sviluppato da QuestIT, un’azienda di Siena specializzata proprio nella realizzazione di tecnologie proprietarie di AI. Voice4You «sfrutta le potenzialità del voice cloning [“clonazione vocale”, N.d.R.] per ridare gratuitamente voce a tutte quelle persone che non possono più utilizzarla al massimo del loro potenziale per via di lesioni o malattie come la SLA [sclerosi laterale amiotrofica, N.d.R.]», è scritto.

«La voce è lo strumento più potente che abbiamo a nostra disposizione – ha dichiarato Ernesto Di Iorio, amministratore delegato di QuestIT –. Grazie all’AI ora possiamo aiutare gratuitamente chi ha avuto o tuttora sta vivendo situazioni di disagio. A livello strettamente operativo, chiunque sia interessato al servizio potrà compilare il form presente a questo link. Una volta ricevuta la segnalazione, il nostro team richiederà un file o una registrazione, audio oppure video, contenente la voce da clonare. In seguito, la nostra piattaforma Algho catturerà il tono di voce e in meno di 24 ore, procederà con la clonazione fornendo così una soluzione capace di aiutare persone di tutte le età, soprattutto, all’interno di ospedali e centri specializzati».
Nell’articolo di «Tecnomedicina» sono segnalati anche altri progetti analoghi realizzati negli Stati Uniti e in Olanda. (Simona Lancioni)

Il presente contributo e l’immagine utilizzata sono già apparsi nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e vengono qui ripreso – con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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