È nato a Rovereto (Trento) il Recovery College, costituito da gruppo di lettura, laboratori artistici, corsi di uncinetto e danzaterapia, un percorso di attività culturali per chi è in cura al Centro di Salute Mentale, ma anche per familiari, amici e chiunque voglia partecipare. «Da operatrice – spiega Giulia Petrolli, tecnica della riabilitazione psichiatrica del Centro – trovo fastidioso quando la persona viene confusa con la sua patologia, come se fosse incapace di agire e gestire la propria vita, spettatore o spettatrice del percorso di cura anziché protagonista». «Il disagio mentale fa paura – aggiunge Manuela, mamma di una persona con patologie psichiche -: le persone si tengono a distanza da chi ne soffre e la società esclude e giudica».
Per questo, dunque, nel 2020 lo psichiatra Fabio Lucchi ha proposto di portare i percorsi di cura oltre i muri ospedalieri, secondo il modello anglosassone del Recovery College, cui i pazienti possono aderire gradualmente, in aule miste e che comprendono anche persone al di fuori del percorso di cura, interessati alle attività e agli argomenti trattati.
«Un corso – racconta Nadia, un’altra mamma – è pensato specificatamente per chi, come me, è familiare di un paziente, ma ci sono materie, attività e spunti per chiunque». «Gli studi – continua Francesca Fumanelli, tecnica della riabilitazione psichiatrica e promotrice del progetto – dimostrano che aderire al Recovery College riduce l’incidenza dei ricoveri e migliora la qualità della vita dei pazienti».
Il Recovery College di Rovereto si chiama Futuro in Circolo (nel mondo ne esistono 224), è formato da utenti e familiari del Servizio di Salute Mentale, operatori e volontari dei partner con cui il servizio collabora, cioè La Foresta-Accademia di Comunità, le Cooperative Gruppo 78 e Kaleidoscopio Servizi Girasole, le Associazioni ACAT, ANVOLT, Movimento Creativo, il Comune, il MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), e la Libreria Piccoloblu. Ciascuno mette a disposizione la propria esperienza.
Valeria è caregiver e con la volontaria Sara Spitaleri partecipa al gruppo di lettura che ogni primo mercoledì del mese raduna alla Libreria Piccoloblu gli appassionati. «Il gruppo – spiegano – non ha regole, se non quella dell’amore per i libri, veicolo per condividere emozioni e paure».
I generi affrontati sono molteplici, dai romanzi ai fumetti. «Un altro esperimento letterario molto apprezzato – spiega Martina, che frequenta il Recovery College da utente fin dall’inizio – è stato quello della Biblioteca Vivente al MART. Praticamente, il libro ero io e raccontavo la mia storia a sconosciuti, creando così una connessione unica e profonda».
Il 3 maggio riprenderanno i laboratori di movimento creativo Fluire come l’acqua, curati dalla danzatrice Marcia Plevin al Parco Nikolajewka e il 15 maggio, al MART, è in programma Frammenti di vita in azione, laboratorio di disegno, collage e strappo di carta. Il venerdì mattina, infine (ore 10-11.30), vi sono gli incontri aperti al Centro Diurno del Servizio di Salute Mentale per l’Officina delle Idee.
Per Mariangela, Mauro, Giorgia e molti altri, «questo è un momento irrinunciabile, di affetto e amicizia, in cui la nostra esperienza diventa una risorsa da mettere a disposizione».
Il presente contributo è già apparso in «Corriere del Trentino» e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
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