Dopo le annose polemiche – tutt’altro che sopite – riguardanti il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, del quale sin troppo spesso il nostro sito ha dovuto occuparsi, c’è ora chi lancia l’allarme anche sull’accessibilità del Ponte del Mare di Pescara, struttura ciclo-pedonale vicina alla foce del fiume Pescara, che ne dovrà collegare la riviera sud con quella nord, creando tra l’altro la necessaria continuità al cosiddetto “Corridoio Verde Adriatico”, pista ciclabile in via di completamento che corre lungo tutta la costiera adriatica.
Infatti, secondo la UILDM di Pescara (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), la nuova struttura – progettata dall’architetto Walter Pichler e la cui inaugurazione è prevista in occasione dei XVI Giochi del Mediterraneo che si terranno a Pescara dal 26 giugno al 5 luglio prossimi – è basata su una rampa di accesso estremamente lunga, che renderà assai complicato l’attraversamento da parte delle persone disabili in carrozzina.
«Come disabili – ha dichiarato a tal proposito Camillo Gelsumini della UILDM pescarese – sappiamo che per percorrere quella lunga rampa ci vogliono dei muscoli che solo degli atleti hanno. Disabili in carrozzina, mamme con carrozzine, badanti, anziani e bambini in bicicletta ci andranno solo la prima volta per curiosità e poi mai più».
Non è ancora possibile, per altro, capire come sarà l’accesso dall’altro lato del ponte perché lo spazio per fare la rampa risulta inferiore. «Con la carrozzina – dichiara però ancora Gelsumini – il problema non è solo la salita, ma anche la discesa e solo chi sta su una sedia a rotelle può comprendere le difficoltà che questo ponte nasconde. Personalmente vorrei che tutti gli addetti ai lavori facessero loro stessi una prova per capire meglio come stanno veramente le cose».
Anche l’associazione culturale La Radice, sempre di Pescara, aveva chiesto qualche tempo fa, tramite una lettera inviata al vicesindaco Camillo D’Angelo, gli atti relativi alla verifica dei requisiti progettuali sull’accessibilità del Ponte sul Mare, ma sembra che ad oggi nessuna risposta sia arrivata.
Sarà quindi giocoforza attendere il completamento della struttura, nell’estate prossima, per attestarne la reale accessibilità, con l’auspicio di non dover essere costretti, ancora una volta, ad invocare interventi “a cose fatte” su costruzioni pubbliche progettate senza tenere conto sin dall’inizio dei requisiti di accessibilità a tutti i cittadini. (S.B.)
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