«Ci auguriamo numerosi altri anniversari come questo, per una realtà che è promotrice di un cambiamento significativo»: lo ha dichiarato Rodolfo Masto, presidente della Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), organizzazione che ha recentemente compiuto i suoi primi dieci anni, festeggiandoli con un catalogo che conta al momento su ben 35.000 titoli. Tanti, infatti, sono oggi in Italia i libri accessibili alle persone cieche e ipovedenti certificati da questa Fondazione creata appunto nel 2014 dall’AIE (Associazione Italiana Editori), insieme all’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e divenuta via via un punto di riferimento a livello italiano ed europeo.
Per l’occasione Masto ha voluto ricordare in particolar modo l’impegno di LIA in «alcune iniziative di importante valore sociale che, grazie al supporto delle Istituzioni, hanno formato alla lettura accessibile operatori culturali, ragazzi e ragazze con disabilità visiva e persone a rischio di digital divide [“divario digitale”, N.d.R.], ma hanno anche contribuito a sensibilizzare ogni cittadino sul tema, grazie ai Reading al buio nelle scuole e a quelli rivolti al pubblico generalista».
Ad avviare questa attività è stata, come detto, l’AIE, che dapprima nel 2011, con il Progetto LIA, si era posta poneva l’obiettivo di creare il primo catalogo di libri digitali nativamente accessibili e disponibili nei tradizionali canali distributivi. Ne nacque così un catalogo in crescita e in continuo aggiornamento con le novità editoriali italiane accessibili.
Per raccoglierne poi l’eredità e garantirne la continuità nel tempo, il 22 maggio 2014 l’AIE ha costituito la Fondazione LIA della quale nel 2017 è entrata a far parte l’UICI come membro istituzionale; successivamente, nel 2019, si sono aggiunte la Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza e l’AID (Associazione Italiana Dislessia). L’originario catalogo è cresciuto nel tempo fino all’attuale traguardo, raggiunto grazie agli editori partecipanti della Fondazione e al sostegno del Ministero della Cultura.
Oggi la Fondazione ha ampliato le proprie attività e si occupa di accessibilità digitale ad ampio raggio, lavorando da un lato a fianco delle Istituzioni e di tutta la filiera editoriale, per permettere alle persone con disabilità visiva di avere pieno accesso alla produzione libraria, con la stessa qualità di lettura e possibilità di scegliere tra le novità editoriali che hanno tutti i lettori e le lettrici. Dall’altro lato, sono state avviate varie collaborazioni, oltre a servizi alle aziende, affiancando quelle realtà italiane e straniere che vogliono mettere al centro della progettazione la persona, creando ecosistemi digitali accessibili a tutti. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Denise Nobili (denise.nobili@fondazionelia.org).
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