Caregiver familiari: serve una Legge nazionale organica, inclusiva ed equa

La rapida approvazione di una Legge nazionale che contenga una definizione della figura del caregiver ampia e inclusiva, non ristretta alle sole persone conviventi; un sostegno a tutele crescenti in base all’effettivo carico di cura individuato nel Piano assistenziale; un finanziamento della Legge adeguato: sono alcuni dei punti evidenziati da CARER (Associazione Caregiver Familiari) presso la Commissione Affari Sociali della Camera, nel corso di un’audizione sul tema delle “Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare”

"L'incontro" (titolo attribuito)Il 10 luglio scorso CARER (Associazione Caregiver Familiari) è stata audita in Commissione Affari Sociali della Camera sul tema delle Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare (il filmato dell’audizione è disponibile nel sito della Camera dei Deputati a questo link).
«È necessario pervenire in tempi brevi – ha detto Loredana Ligabue, segretaria dell’Associazione – ad una Legge nazionale organica, inclusiva ed equa di riconoscimento e sostegno ai caregiver familiari, consentendo al caregiver una conciliazione tra esigenze di vita, di cura e di lavoro».

In particolare l’Associazione ha evidenziato l’importanza di:
° una definizione della figura caregiver ampia e inclusiva;
° un’esplicitazione del ruolo del caregiver centrata sulla dimensione/relazione affettiva, di supporto e accompagnamento, integrativa (non sostitutiva) di figure professionali nella attività di cura e di cure;
° un riconoscimento del/la caregiver, con assenso della persona assistita, da effettuarsi da parte dei servizi territoriali;
° un sostegno a tutele crescenti in base all’effettivo carico di cura individuato nel Piano assistenziale, integrando l’intervento statale con i provvedimenti delle Regioni (informazione, formazione sollievo, supporto psicologico, copertura previdenziale e facilitazioni per il riconoscimento delle competenze e l’accesso allo studio e al lavoro, assegno di cura);
° un finanziamento della Legge adeguato e coerente alla dimensione sociale della realtà della cura a domicilio a lungo termine nella disabilità e nella non autosufficienza.

In risposta alle proposte riportate in audizione tese a limitare la definizione dei caregiver ai soli conviventi, Ligabue ha ribadito che il tema della cura familiare – stante la pur comprensibile pressione del dolore e della rabbia dei caregiver conviventi – non può essere preclusivo rispetto a coloro che (figlie/i, sorelle/fratelli adulti non conviventi…) svolgono funzioni di cura continuativa verso propri cari senza essere necessariamente conviventi.
Ligabue ha sostenuto con forza l’esigenza che il Legislatore affronti questo tema cruciale per il nostro welfare con una visione strategica e aperta, capace di guardare al futuro della cura, in grado di rispondere in modo articolato ai bisogni di milioni di persone nel contesto evolutivo delle patologie che affliggono i loro cari.
«Si auspica – ha concluso la segretaria di CARER – che il confronto in Commissione Affari Sociali consenta di pervenire a una Legge unitaria che riconosca diritti del caregiver basati su inclusione, uguaglianza sociale, risorse adeguate». (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: info@associazionecarer.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minime modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.

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