Matilde Lauria, 57 anni, judoka sordocieca seguita dalla sede territoriale di Napoli della Lega del Filo d’Oro, dopo avere partecipato nel 2021 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, sta per realizzare un altro sogno, quello cioè di gareggiare alle Paralimpiadi di Parigi, che da oggi, 28 agosto, all’8 settembre riuniranno 4.400 tra i più importanti atleti paralimpici del mondo.
«La storia di Matilde – raccontano dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro -, che ha combattuto per anni non solo sul tatami, ma soprattutto nella vita quotidiana, è un esempio per tutti: ipovedente dall’età di tre anni a causa di una miopia maligna, ha perso anche l’udito nel tempo, ma non ha mai smesso di credere in se stessa e nelle sue potenzialità. Mamma di tre figli, ha vinto varie medaglie a livello nazionale e internazionale, fino a diventare un’atleta paralimpica riconosciuta a livello globale. Grazie al sostegno della nostra organizzazione, ha imparato a comunicare con la LIS Tattile, la dattilologia, il sistema Malossi e il Braille, scoprendo il judo oltre vent’anni fa grazie a suo figlio e al suo maestro».
«Per tutti noi – aggiungono dall’organizzazione nata a Osimo (Ancona) – Matilde ha fatto la storia, perché con coraggio non ha mai smesso di credere nelle sue potenzialità, affrontando con rara determinazione la sfida di andare oltre il buio e il silenzio imposti dalla sordocecità. Questa donna dalla forza straordinaria è dunque un esempio per tutte le persone che non vedono e non sentono e la sua partecipazione ai Giochi di Parigi 2024 ci rende orgogliosi del lavoro che da sessant’anni anni portiamo avanti a sostegno delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali». (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: Virginia Matteucci (v.matteucci@inc-comunicazione.it); Alessandra Dinatolo (a.dinatolo@inc-comunicazione.it); Federica Aruanno (f.aruanno@inc-comunicazione.it); Chiara Ambrogini (ambrogini.c@legadelfilodoro.it).
Articoli Correlati
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Comunicazione sulle malattie e i tumori rari: un Premio OMAR ricco di spunti «Anche grazie alle attività di formazione e di supporto dell'OMAR, e di questo Premio, c’è oggi un gruppo di giornalisti sensibili e preparati, pronti a raccontare ciò che accade in…
- Serve passare dalla frammentazione all’integrazione dei servizi territoriali «Serve con urgenza - scrive tra l'altro Fausto Giancaterina - una coraggiosa riorganizzazione del welfare territoriale che da frammentato (per norme e logiche operative e soprattutto per sistemi separati come…