La Proposta di Legge Istituzione della figura professionale dell’operatore per l’emotività, l’affettività e la sessualità delle persone con disabilità, presentata dal Partito Democratico a prima firma di Marco Furfaro [assegnata il 5 agosto scorso alla XII Commissione Affari Sociali della Camera, N.d.R.], è a dir poco imbarazzante.
Non sono una tuttologa, ma allo stesso tempo ritengo di avere un’esperienza in campo di disabilità che mi permette di esprimere delle perplessità sull’impostazione e i contenuti di una proposta dal taglio fortemente utilitaristico, ma soprattutto improntato a un impegno economico lontano da ogni logica educativa, etica e morale.
Si tratta infatti di una Proposta di Legge che sembra essere volutamente provocatoria e poco attenta ai bisogni delle persone con disabilità.
In primo luogo si parla solo di adulti, mentre tutti sanno che l’emotività, l’affettività, la sessualità nascono con noi sin dai primi giorni di vita. Inoltre si fa riferimento esclusivamente alle persone affette da disabilità motoria, senza alcuna attenzione per le donne e gli uomini con disabilità cognitiva relazionale. Infine, manca qualsiasi accenno al diritto dei familiari a compiere un percorso di consapevolezza sulla sessualità dei propri cari.
Prima di redigere la Proposta di Legge, l’onorevole Furfaro ci ha chiesto un parere, ma la nota inviata è stata completamente ignorata. Naturalmente siamo sempre a disposizione per suggerimenti e aiuti, ma ci piacerebbe che anche le nostre voci venissero ascoltate.
Presidente dell’Associazione Oltre lo Sguardo, candidata dal Partito Democratico alle Elezioni Europee 2024 in qualità di rappresentante della società civile come esperta sul tema della disabilità.
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