Ecco il messaggio che ho appena ricevuto dal direttore delle competizioni UEFA, Giorgio Marchetti. Contiene numerose informazioni positive e di grande utilità per tutti. L’ho ringraziato dell’attenzione e della precisione nella risposta ai miei interventi sull’accessibilità dello Stadio Santiago Bernabeu di Madrid.
Dalla sua lettera si comprende perfettamente che i lavori, decisi dall’UEFA, erano assolutamente indispensabili per garantire alla finale di Champions League fra Inter e Bayern Monaco una cornice adeguata. E nello stesso tempo si capisce quanto sia importante avere a disposizione tutte le informazioni utili per decidere se e come partecipare a un grande evento sportivo. Queste informazioni, senza la nostra attenzione all’argomento, non sarebbero state diffuse con questa evidenza.
Andrò a Madrid, grazie ai biglietti messi a disposizione dall’Inter, e non utilizzerò dunque il graditissimo invito dell’UEFA, ma devo dire che sono molto contento della dignità con la quale questa piccola vicenda di diritti e di informazione si è svolta in modo chiaro e trasparente. Mi sembra giusto rendere subito partecipi i lettori partecipi di questa piccola grande vittoria. (Franco Bomprezzi)
«Caro signor Bomprezzi, l’UEFA pone grande attenzione alle strutture per gli spettatori disabili e frequentemente gli stadi che ospitano le nostre finali devono subire lavori di adattamento allo scopo di fornire strutture da noi ritenute idonee e analoghe per entrambe le tifoserie.
Questo è il caso anche del Santiago Bernabeu e qui di seguito le elenco tutte le misure che sono state prese allo scopo di assicurare non solo una congrua risposta alle richieste di accesso da parte di spettatori disabili, ma anche un adeguato livello di servizio e di fruibilità:
– costruzione di una nuova piattaforma nella Tribuna Est con capienza per 42 sedie a rotelle (il lavoro ha comportato l’eliminazione di circa 200 posti di categoria 1);
– innalzamento della piattaforma esistente nella Tribuna Sud (settore Bayern), per consentire una visuale priva di ostruzione;
– installazione di due gabinetti mobili per disabili nel tunnel di servizio Sud-Est;
– chiusura di due strade sui due lati Nord e Sud dello stadio per creare parcheggi dedicati ai disabili;
– pass dedicati ai possessori di tagliandi per spettatori disabili da utilizzare in taxi per recarsi sino nell’immediata prossimità dello stadio e informazione circolata a tutti i taxi di Madrid;
– distribuzione gratuita di sacchetti-pasto a tutti gli spettatori disabili da parte dell’UEFA;
– personale dedicato nelle zone disabili di entrambe le tifoserie per assistenza all’ingresso, controllo delle toilette, contatto con gli steward in caso di emergenza;
– radiocronaca della partita su una frequenza appositamente dedicata per spettatori non vedenti (captabile con normale radiolina e auricolare).
La capienza totale delle strutture per disabili allo stadio Bernabeu in occasione della finale sarà di 92 posti (74 per sedie a rotelle + 18). 82 saranno a disposizione delle due società (41 + 41), mentre 10 saranno distribuiti al pubblico neutrale.
I club hanno ricevuto tutte le informazioni sulle procedure e devono provvedere a veicolare tali informazioni ai propri sostenitori nonché alla distribuzione dei biglietti.
La informo in conclusione che tutti i preparativi sono stati fatti in cooperazione con il CAFE (Centre for Access to Football in Europe), un’associazione che tutela i diritti dei sostenitori disabili.
Mi auguro che lei trovi tutti i dispositivi che le ho elencato il segno di una politica seria e coscienziosa nei confronti dei diritti degli spettatori disabili e resto aperto ad ogni commento da parte sua che possa aiutarci nella nostra opera di miglioramento dell’accesso alle partite di calcio che si disputano in Europa.
Infine, come le ho anticipato al telefono, desidero ribadirle che l’UEFA sarebbe lieta di averla ospite, insieme al suo accompagnatore, alla finale di Madrid.
Giorgio Marchetti – Direttore delle Competizioni UEFA».
Chi scrive ricorda ancora le accese polemiche che nel 2000 a Rotterdam, in occasione della finale del Campionato Europeo di calcio, Italia-Francia, accompagnarono il desolante spettacolo di decine di persone con disabilità portate letteralmente in spalla su per i gradoni di uno stadio totalmente inadeguato a ospitare un evento del genere, non soltanto per motivi di accessibilità, ma “semplicemente” per la sicurezza di tutti gli spettatori. Non a caso vi furono seri rischi di dover assistere a un’altra tragedia come quella che nel 1985 e nel 1989 aveva colpito gli stadi di Bruxelles (la “strage dell’Heysel”) e di Sheffield in Gran Bretagna.
Ora dovremo chiaramente vedere se alla prova dei fatti le cose andranno proprio come garantisce Giorgio Marchetti. E possiamo anche aggiungere che 92 posti non sembrano poi molti – alla luce dell’importanza dell’evento – oltre al fatto che le persone con disabilità continuano ad essere “confinate” in zone “dedicate”.
Ma al di là di tutto ciò, leggendo la lettera inviata dall’UEFA a Franco Bomprezzi, ci sentiamo anche di dire che qualche passo in avanti – negli ultimi dieci anni – è stato effettivamente fatto. (S.B.)
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