Responsabilità e passioni del fare sostegno

«Un’occasione per parlare di inclusione scolastica, questa volta con uno sguardo alle relazioni sociali ed educative. Come ci si prende cura delle relazioni a scuola? Come si educa all’incontro tra le differenze? Che ruolo giocano le insegnanti di sostegno (e non solo)? Quali consapevolezze maturare perché l’inclusione sia un diritto sostanziale per tutti e per ciascuno?»: con queste domande viene presentato dal Gruppo Solidarietà l’incontro del 9 ottobre a Jesi (Ancona), che avrà al centro il libro di Mario Paolini “Abitare le differenze. Responsabilità e passioni del fare sostegno”

Maio Paolini, "Abitare le differenze", 2024Già qualche mese fa Giovanni Merlo aveva presentato sulle nostre pagine il recente bel libro Abitare le differenze. Responsabilità e passioni del fare sostegno (Edizioni Conoscenza, 2024), pubblicato da Mario Paolini, pedagogista, formatore e docente di didattica per la formazione degli insegnanti di sostegno.
Quello stesso volume sarà ora al centro di una presentazione pubblica, nel pomeriggio del 9 ottobre, presso Palazzo Bisaccioni di Jesi in provincia di Ancona (Piazza Colocci, 4, ore 17.30), durante un incontro promosso dal Gruppo Solidarietà, primo appuntamento del percorso Relazioni sociali. Come prendersene cura. Strumenti per favorire inclusione sociale, avviato da tale organizzazione.

«Sarà l’occasione – spiegano dal Gruppo Solidarietà – per parlare di inclusione scolastica, questa volta con uno sguardo alle relazioni sociali ed educative. Come ci si prende cura delle relazioni a scuola? Come si educa all’incontro tra le differenze? Che ruolo giocano le insegnanti di sostegno (e non solo)? Quali consapevolezze maturare perché l’inclusione sia un diritto sostanziale per tutti e per ciascuno?».

«L’inserimento nella scuola di alunni e studenti con disabilità – aggiungono ancora dall’organizzazione marchigiana – è stata una grande conquista di civiltà nel campo dei diritti di cittadinanza. Ma dall’inserimento all’inclusione e all’accoglienza il passaggio non è sempre facile. Scrive Mario Paolini: “Inclusione, per me, significa ‘c’è posto per te così come sei’”. È questo principio che rende complesso e straordinario il lavoro dell’insegnante di sostegno: accompagnare un ragazzo e una ragazza a costruirsi un percorso di vita utilizzando al massimo tutte le sue potenzialità e aiutarla e aiutarlo ad acquisire le capacità e le competenze necessarie per una vita autonoma, rispettando la sua diversità, anzi partendo proprio da quella. Per questo un insegnante di sostegno è prima di tutto una figura professionale che ha ben chiaro il senso pedagogico del proprio agire, qualcosa che va oltre la conoscenza disciplinare. Collaborando con gli altri docenti e con la classe deve essere empatico, responsabile, sapere ascoltare e sapere mediare tra la scuola, la famiglia e il contesto in cui si trova». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: grusol@grusol.it.

Share the Post: