Come quasi tutte le mattine, Ares – il mio labrador guida – ed io usciamo di casa (zona Capodimonte), per recarci a Napoli (zona Museo), presso la sede dell’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi), ove dal momento della pensione vado a prestare la mia opera di volontario, in qualità di presidente di tale Associazione. E come ogni mattina ci troviamo davanti i soliti ostacoli che Ares decide di superare “a modo suo”.
La prima difficoltà si presenta quando per spostarci sul marciapiede di fronte, Ares deve attraversare una strada stretta – percorsa nei due sensi – e con auto parcheggiate su entrambi i lati, nonostante il divieto di sosta. Al mattino, poi, si aggiunge una coda di auto in attesa del semaforo verde.
Ares puntualmente si rifiuta di attraversare perché non sa proprio dove infilarsi! Poi, dopo le mie continue insistenze e incoraggiamenti, si convince e fa uno “slalom gigante” per arrivare dall’altra parte!
Il marciapiede è lungo circa tre metri – prima di svoltare sulla strada principale – ed è largo una sessantina di centimetri. Ebbene, in questo piccolo tratto sono piazzati ben tre pali, tipo quelli della luce elettrica, messi a zig-zag in modo da creare veri problemi a chiunque. Uno di essi ha anche la base di cemento che occupa tutto lo spazio, lasciando libero solo il bordo del marciapiede.
A questo punto Ares decide di non salire sul marciapiede stesso perchè non vede spazio per entrambi e aspetta il momento in cui le auto in fila al semaforo se ne vanno, per camminare al loro posto.
Superato questo piccolo tratto di strada, arriviamo alla fermata del pullman che ci porta al centro di Napoli. Scendiamo sempre alcune fermate prima per una passeggiata, prima di chiuderci in ufficio per diverse ore. Qui i marciapiedi sarebbero larghi e senza preoccupanti ostacoli, se non fosse per i motorini che decidono di evitare il traffico, “camminando” al nostro posto e pretendono, suonando il clacson, che ci spostiamo al loro passaggio. Ares si ferma e li segue con lo sguardo. Chissà cosa pensa!
Dopo un percorso di sei-settecento metri, ci tocca attraversare un grande incrocio, ritenuto “il più inquinato d’Europa”, sia per lo smog che per i rumori. Qui ogni mattina inizia la nostra commedia eduardiana!
Miracolo: ci sono i semafori acustici, ma… proprio nel punto in cui dobbiamo attraversare, uno dei due è disattivato e quello di fronte si fa fatica a sentirlo a causa del volume basso.
Ares, in assenza di ostacoli, andrebbe in corrispondenza delle strisce pedonali, proprio dove c’è lo scivolo per l’attraversamento e in quel punto è collocato ben in vista il segnale di divieto di sosta. Ma Ares si ferma, prima perché trova la solita auto o motorino parcheggiata davanti allo scivolo e così tenta di attraversare l’incrocio senza rispettare le strisce, ovvero dove può. Ma questo sarebbe molto molto pericoloso. Si pensi infatti che anche attraversando con il verde, le auto passano ugualmente! Pertanto lo convinco ad andare comunque allo scivolo, ma il problema resta quello di superare l’ostacolo. Questo incrocio, infatti, non è quasi mai presidiato dai vigili urbani, anche se ci sono le telecamere.
Questa mattina, ad esempio, per l’ennnesima volta, ho chiamato i Carabinieri che si sono rifiutati d’intervenire. Ho anche chiesto il nome dell’operatore che mi ha risposto al telefono, ma si è rifiutato di dirmelo. Mi ha detto di avere avvertito la Polizia Municipale e mi ha dato il numero utile a sollecitarla. Ho quindi spiegato alla Polizia Municipale – che ha dichiarato di non aver avuto alcuna chiamata dai Carabinieri…. – che ero bloccato, che il mio cane guida si rifiutava di attraversare al di là delle strisce e che non potevo andare avanti perché c’era un’auto parcheggiata proprio lì. L’operatore al telefono mi ha assicurato che in pochi minuti sarebbe arrivato un vigile.
Dopo un quarto d’ora circa ho richiamato e quello mi ha detto che mi stava controllando dalle telecamere, che mi vedeva e che vedeva la macchina… Mi ha inoltre raccomandato di restare fermo, in attesa del suo collega! Finalmente, dopo altri dieci minuti, quest’ultimo è arrivato, ritenendo di risolvere il problema aiutandomi ad attraversare… Ho dovuto faticare un po’ per fargli capire che il problema non ero io, ma l’auto in divieto di sosta e quando è arrivato il proprietario del veicolo, uscendo da un negozio lì accanto e gridando «eccomi, la sposto subito», il vigile pensava che tutto fosse tornato a posto. Non considerava però che io ero rimasto lì per più di mezz’ora, cosicché ho chiesto che multasse l’automobilista e anche una copia del relativo verbale.
Solo allora ha preteso i documenti dall’automobilista, pur dicendomi di aspettare sul marciapiedi – mentre scriveva il verbale – e chiedendomi successivamente di esibire la carta d’identità.
Erano ormai le undici, e avevo un’ora di ritardo rispetto a un impegno preso in precedenza. Le cose, però, vanno così quasi ogni giorno. Impossibile? Eppure quello che ho raccontato è accaduto e accade, così come sono varie altre le situazioni che mettono in pericolo la vita mia e quella di Ares. Non so proprio quale stella ci assista per farci arrivare a destinazione sani e salvi. Prossimamente, dunque, raccomterò anche il mio ritorno a casa!
P.S.: Ho letto che il 7 ottobre è stata la Giornata Nazionale del Cane Guida per Ciechi [se ne legga nel nostrfo sito cliccando qui, N.d.R.]. Ma quanti sanno che cosa significa esattamente? Credetemi, infatti, non so proprio come Ares faccia a guidarmi in questa città, senza regole e senza controlli! Una cosa è raccontarlo, ben altra viverlo!
*Presidente dell’UNIVOC di Napoli (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi).
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