Sei una donna vittima di violenza e hai una disabilità? Noi possiamo aiutarti

«Sei una donna vittima di violenza e hai una disabilità? Noi possiamo aiutarti», è questo il messaggio semplice e lineare che campeggia sulla locandina del nuovo Sportello Antiviolenza preparato ad accogliere anche donne con disabilità inaugurato dall’Associazione Thamaia-Centro Antiviolenza di Catania, in collaborazione con la sezione locale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Un esempio importante e utile di accoglienza integrata, nella quale, alle consuete competenze in tema di violenza, sono affiancate quelle sulla disabilità

Catania, Sportello Antiviolenza donne«Sei una donna vittima di violenza e hai una disabilità? Noi possiamo aiutarti»: è il messaggio semplice e lineare che campeggia sulla locandina del nuovo Sportello Antiviolenza preparato ad accogliere anche donne con disabilità, inaugurato dall’Associazione Thamaia-Centro Antiviolenza di Catania.
L’iniziativa è stata realizzata nell’àmbito di Venti a favore delle donne: percorsi di libertà per donne che subiscono violenza, un progetto ideato e coordinato dalla medesima Associazione grazie al sostegno della Fondazione Con il Sud e al supporto di sedici tra partner istituzionali e della società civile. Tra questi ultimi, per quel che riguarda gli aspetti della disabilità, figura anche l’UICI di Catania (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Una novità importante e utile, dunque, di cui avevamo già avuto modo di occuparci su queste stesse pagine.
Lo sportello è ospitato nei locali completamente accessibili dell’UICI etnea (Via Louis Braille, 6) e sarà aperto ogni lunedì (ore 9-13), offrendo alle donne servizi gratuiti e rispettosi dell’anonimato e della riservatezza (tel. 095 7223990, e-mail centroantiviolenza@thamaia.org).

«Questa nuova e importante azione – spiega Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia – è fondamentale per raggiungere l’obiettivo prefissato: il potenziamento generale dei servizi rivolti a tutte le donne del nostro territorio che subiscono violenza, anche coloro che hanno delle disabilità. In questi casi le donne sono soggette a una doppia discriminazione per cui occorre un’accoglienza integrata, che è possibile realizzare soltanto attraverso un indispensabile lavoro di rete territoriale. Occorre cioè il lavoro congiunto dell’operatrice specializzata nel contrasto alla violenza maschile con quello dell’operatrice esperta nella gestione delle disabilità. In quest’ottica abbiamo formato accuratamente tutte le operatrici, per creare un ambiente d’accoglienza sicuro e intersezionale».

«Da queste considerazioni e dalla consapevolezza che esiste un sommerso di sofferenza che le donne ancora non riescono a riconoscere, affrontare e denunciare – aggiunge Rita Puglisi, presidente dell’UICI di Catania – è nato il desiderio di aprire uno sportello donna in un luogo privo di barriere architettoniche, aperto alle donne con disabilità della nostra città, mettendo insieme le consolidate esperienze e competenze di entrambe le Associazioni, affinché si crei una sinergia che possa aiutare nel modo migliore tutte le donne che vorranno rivolgersi a questo sportello».

«L’apertura di questo sportello presso la sede locale dell’UICI rappresenta il concretizzarsi di un desiderio che parte da lontano – racconta Simonetta Cormaci, esponente dell’UICI di Catania e attivista per i diritti delle donne con disabilità –. Un desiderio nato nel 2018, quando abbiamo conosciuto il Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea e tutte le tematiche sulle discriminazioni intersezionali che colpiscono le donne con disabilità. Da allora abbiamo coinvolto il Consiglio della Sezione territoriale della nostra Associazione e, successivamente, anche il Centro Antiviolenza Thamaia. Con quest’ultimo qualche anno fa abbiamo avviato un protocollo, e da un paio d’anni collaboriamo al progetto Venti a favore delle donne. Come UICI abbiamo curato l’organizzazione dei corsi di formazione specifica sulla disabilità, cosa che adesso, finalmente, ci ha portato all’apertura dello sportello cogestito. Il resto lo conosceremo nel tempo, non appena avremo le prime esperienze di accoglienza».
«Sappiamo bene – prosegue – quanto sia difficile per qualsiasi donna trovare il modo, il coraggio e la fiducia per rivolgersi ad un Centro antiviolenza, e come queste difficoltà si presentino a maggior ragione per le donne con disabilità. Ma noi ci proponiamo di contattare e coinvolgere maggiormente le Associazioni delle persone con disabilità presenti sul territorio. Tali Associazioni sono già state opportunamente informate, ma saranno ulteriormente sensibilizzate. Tuttavia, come accennato, solo tra un po’ di tempo potremmo capire se abbiamo interpretato correttamente le nostre ipotesi, e cioè che esiste un sommerso di violenza e discriminazioni per le donne con disabilità che ancora non ha trovato modo di venire allo scoperto».

In attuazione di quanto segnalato da Cormaci, l’Associazione Thamaia e l’UICI locale hanno avviato un tavolo di monitoraggio per affrontare il tema specifico della violenza sulle donne con disabilità, coinvolgendo anche servizi territoriali specializzati e altre Associazioni di settore. L’obiettivo è promuovere una metodologia d’accoglienza condivisa che risponda in modo efficace alle complessità che caratterizzano le situazioni delle donne (con e senza disabilità) che subiscono violenza. (Simona Lancioni)

Per ogni ulteriore informazione: centroantiviolenza@thamaia.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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