«Siamo una nazione che riparerà gli ospedali, ma non aiuterà un’infermiera costretta a letto con il long Covid?»: è la domanda che si pone il «Guardian», storica testata britannica, pubblicando la notizia che nelle pieghe del prossimo bilancio del Governo, che investe in infrastrutture, si annidano miliardi di tagli per le persone in malattia da lungo tempo o con disabilità.
In un discorso di 77 minuti, la ministra delle Finanze, la laburista Rachel Jane Reeves, ha dedicato appena un paio di battute alla questione. «Con un numero record di britannici fuori dal mercato del lavoro per malattia a lungo termine, il Governo dovrà ridurre il conto dei benefìci erogati», ha affermato, facendo notare che l’attuale Governo ha ereditato il Piano per la riforma della “valutazione della capacità lavorativa” dal Partito Conservatore e quel Piano prevede di togliere fino a 4.900 sterline all’anno a ciascuna delle 450.000 persone «troppo malate per lavorare o con disabilità».
Il Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni ha confermato che sono in arrivo risparmi “draconiani”. In realtà, il Governo non ha ancora un piano specifico: alla columnist del «Guardian», Frances Ryan, la sua fonte al Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni ha confermato che bisognerà fare i tagli, ma non si può ancora dire come verranno attuati.
«L’impatto finanziario di tali “riforme” su coloro che dipendono dai benefici è ben noto – si sottolinea nell’articolo -, ma non si dovrebbe sottovalutare il pedaggio psicologico. Da quando ha preso il potere, il Labour ha alimentato la stampa di destra con frasi ad effetto e articoli di opinione su potenziali tagli, lasciando i media a speculare selvaggiamente per ottenere clic. L’annuncio parziale del bilancio ha solo aggiunto confusione e paura, evocando vaghe parole come “frode” e alti “conti dei benefici”, mentre costringe milioni di persone ad aspettare mesi per scoprire se perderanno i soldi di cui hanno bisogno per vivere».
«Mentre il Partito Laburista riflette su quanto costerà fornire questi contributi – è la conclusione -, potrebbe valere la pena considerare quanto costerebbe non farlo. Quel particolare prezzo, infatti, non può essere misurato in bollette e debiti, ovvero quello di una nazione che diventa sempre più meschina e fredda verso coloro che hanno meno». (C.C.)
Ringraziamo Giovanni Merlo per la segnalazione.
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