Scale di sicurezza in «versione disabilità»

di Giorgio Genta
A illustrare il presente testo, pubblichiamo una gustosa vignetta di Hellman, tratta da "Means of Escape for Disabled People" di John Dobin e già inserita in un bell'approfondimento di Stefano Zanut di Pordenone, componente del Gruppo Nazionale di Lavoro sulla Sicurezza delle Persone con Disabilità. Vi si rappresenta il diavolo che blocca un disabile in carrozzina - con tanto di certificato di morte - all'ingresso dell'inferno, dicendogli: «Mi dispiace! Non posso lasciarla entrare! Non abbiamo uscite di sicurezza per disabili», con le fiamme perenni a fare da sfondo. C'è da domandarsi a questo punto se la situazione del sistema recettivo turistico italiano abbia qualche affinità con tale vignetta! Un tentativo di risposta lo propone il seguente articolo di Giorgio Genta

«Mi dispiace! Non posso lasciarla entrare! Non abbiamo uscite di sicurezza per disabili»: così il diavolo si rivolge alla persona con disabilità, all'ingresso dell'inferno, nell'arguta vignetta di HellmanBellezze naturali, arte e cultura dovrebbero essere i motori della ripresa economica del nostro Paese e invece assistiamo quotidianamente allo scempio del nostro non inesauribile patrimonio turistico, davvero unico al mondo.
Il crollo della morale pubblica e dell’interesse per il bene comune – ciò che si è visto con pervicace costanza durante tutti i governi della Repubblica nell’ultimo ventennio – è sotto gli occhi di cittadini e ospiti e sta portando rapidamente al dissolvimento dell’unica fonte di “energia pulita” di cui disponiamo: il turismo, appunto, e marcatamente quello che privilegia arte, cultura e bellezze naturali.

Agli occhi delle persone con disabilità – e anche agli occhi di quelli tra noi che non vedono o sono ipovedenti o vedono con gli “occhi dell’anima” – una caratteristica di tale turismo dovrebbe essere la sicurezza e segnatamente quella relativa all’ospitalità. E tuttavia le blande normative regionali generalmente non tutelano in modo completo il turista con disabilità nel settore alberghiero, pur esistendo validi esempi di imprenditori turistici illuminati, che risolvono brillantemente il problema.
Un piccolo esempio concreto? La nostra “famiglia con disabilità”, schivando traffico e problemi finanziari, si è concessa un weekend pasquale sul Lago Maggiore (davvero bellissimo!). E così, dopo un’attenta ricerca in internet – per pudore devo specificare “non fatta da me”! – troviamo una piccola struttura a tre stelle, l’Albergo La Locanda di Cadrezzate (Varese), che presenta – sia sul monitor del computer che nella realtà – un ottimo rapporto qualità/prezzo e che ha stanze libere idonee a persone con disabilità (due su di un totale di ventuno).La porta dell'uscita di sicurezza riservata alle persone con disabilità, nell'Albergo La Locanda di Cadrezzate (Varese)

Prenotiamo subito, carichiamo i soliti 600 chili di bagagli sul fido Viano e partiamo alla scoperta dei luoghi di Piero Chiara.
Il paesino di Cadrezzate è in realtà sul Lago di Monate, a pochi chilometri dal Lago Maggiore, e l’albergo, oltre a pulizia ed efficienza (unico appunto: la mancanza di maniglioni nell’ampio servizio interno alla camera, ma la direzione ha promesso di provvedere quanto prima), presenta un “jolly” davvero speciale: un’uscita di sicurezza riservata alle persone con disabiltà!
Forse qualche viaggiatore più fortunato avrà già osservato qualcosa di simile, ma noi restiamo letteralmente ammaliati dalla “sacra apparizione” e credo che anche i lettori laici converranno sulla sacralità della sicurezza delle persone con disabilità!: una porta antifuoco con chiara simbologia – solito logo dell'”omino in carrozzina” – oltre alla quale vi è uno scivolo con pendenza di legge e due pianerottoli utilizzabili anche come “zone sicure”, che porta al piano inferiore e quindi all’esterno. Insomma, una “versione con disabilità” delle scale di sicurezza!

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