La fenilchetonuria (PKU) è una malattia metabolica ereditaria con un’incidenza di un caso su 10.000 nati, indipendentemente dal sesso, che diventa potenzialmente grave quando il trattamento di essa non viene instaurato tempestivamente. Subito dopo la nascita è caratterizzata dalla presenza di ritardo mentale irreversibile di grado medio-grave. Esiste anche una forma benigna detta non-PKU HPA.
Si tratta di una patologia ben conosciuta: grazie infatti alla diagnosi precoce e ad un’opportuna dieta è possibile prevenire completamente il manifestarsi di gravi sintomi.
Manifestazioni
La manifestazione principale della fenilchetonuria è il ritardo mentale. Tuttavia esso si può prevenire con un’alimentazione corretta, limitando l’assunzione di fenilalanina; in tal modo, infatti, è possibile prevenire i danni provocati, in particolare sul sistema nervoso centrale, dall’accumulo dell’amminoacido.
Poiché la fenilalanina è presente in molti alimenti, la dieta risulta in pratica costituita da minime quantità di proteine di origine animale ed è necessaria l’assunzione di integratori dietetici per garantire un adeguato apporto calorico e degli altri amminoacidi, essenziali per una crescita corretta.
La forma benigna non-PKU HPA non richiede trattamento ed è compatibile con un’alimentazione normale.
Un tempo si riteneva che fosse sufficiente osservare il regime alimentare particolare fino alla pubertà, oggi molti esperti ritengono che sarebbe meglio continuare la dieta per tutta la vita.
Cause
La causa è rappresentata da alterazioni genetiche che provocano la carenza dell’enzima fenilalanina idrossilasi. Quest’ultimo è responsabile del metabolismo della fenilalanina, amminoacido presente nelle cellule di tutti gli esseri viventi. Quando l’enzima non funziona in maniera corretta, la fenilalanina non viene trasformata in tirosina e si accumula nei tessuti, provocando danni all’organismo.
Le conseguenze più gravi si hanno sullo sviluppo del sistema nervoso centrale: al ritardo mentale si associano spesso manifestazioni di tipo neurologico (ipercinesia, epilessia). A livello cutaneo è presente una caratteristica pigmentazione chiara (capelli biondi ed occhi celesti).
Trasmissione
La fenilchetonuria si trasmette con modalità autosomico-recessiva, il che significa che negli individui malati entrambe le copie del gene che codifica per la fenilalanina idrosillasi sono alterate.
Gli individui che possiedono una copia alterata del gene e una normale sono invece privi di ogni sintomo, ma sono portatori sani. Potranno nascere bambini affetti da fenilchetonuria solo se entrambi i genitori sono portatori sani.
Due genitori portatori sani avranno una probabilità del 25% di avere figli affetti; dalla stessa unione i figli avranno una probabilità su due di nascere portatori sani, come i genitori.
Il gene che se mutato provoca la fenilchetonuria è stato isolato ed è localizzato sul braccio lungo del cromosoma 12.
Dal momento che le mutazioni che possono causare la malattia sono oltre 400, l’analisi molecolare non è usata di routine nella diagnosi, che si avvale invece del più semplice ed economico test di Guthrie (dosaggio biochimico della fenilalanina).
Diagnosi
Su tutti i neonati viene eseguito uno screening di massa mediante il test di Guthrie, per l’individuazione tempestiva dei soggetti affetti da fenilchetonuria: è questo un esempio classico di efficace intervento di medicina preventiva, che permette di instaurare molto precocemente il trattamento idoneo. Al giorno d’oggi, quindi, è estremamente difficile riscontrare quello che in passato era il quadro clinico tipico della malattia. Occorre tuttavia ricordare che questi programmi di screening sono ancora carenti o del tutto inesistenti nei Paesi in via di sviluppo.
Lo screening di massa si effettua nei primi giorni di vita dosando la fenilalanina su una piccolissima quantità di sangue prelevata dal tallone del neonato (test di Guthrie). Se viene riscontrato un aumento di fenilalanina nel sangue, si procede ad un approfondimento della diagnosi presso un centro di riferimento.
L’approfondimento diagnostico permette di individuare con esattezza la specifica forma di fenilchetonuria presente nel paziente, in modo da predisporre il trattamento più idoneo.
In ogni regione italiana esiste almeno un centro di riferimento per la diagnosi e il trattamento della fenilchetonuria.
La diagnosi prenatale nelle gravidanze a rischio è oggi possibile con un approccio di tipo molecolare. In Italia la sua applicazione ha trovato un impiego limitato, dato che comunque tutti i neonati nel nostro paese vengono sottoposti al test neonatale di Guthrie e, in caso di positività, è possibile intervenire con una dieta per evitare le conseguenze della malattia.
La diagnosi prenatale rimane comunque un’opzione possibile per le coppie a rischio (con uno o più figli fenilchetonurici).
Terapia
Grazie alla diagnosi precoce e ad un opportuna dieta è possibile prevenire completamente il manifestarsi dei gravi sintomi della fenilchetonuria. Tuttavia, la dieta, per essere efficace, va adottata con estremo rigore e i suoi risultati vanno controllati da regolari valutazioni dei livelli plasmatici di fenilalanina.
Per le donne fenilchetonuriche che decidono di intraprendere una gravidanza, è indispensabile osservare uno strettissimo regime dietetico che mantenga la concentrazione della fenilalanina nei limiti indicati.
Le madri fenilchetonuriche che non hanno iniziato una dieta prima del concepimento e non l’hanno osservata accuratamente per tutto il periodo della gravidanza hanno un rischio molto elevato di avere figli con ritardo mentale e malformazioni congenite (fetopatia da fenilchetonuria materna).
Queste indicazioni valgono non solo per le madri che presentano una forma grave di PKU, ma anche per le donne che presentano la forma benigna, la non-PKU HPA.
*Con la consulenza scientifica di Simona Cabib (Dipartimento di Psicologia, Fondazione Santa Lucia IRCCS, Università di Roma La Sapienza).
Associazioni di riferimento:
APMMC – Associazione Prevenzione Malattie Metaboliche Congenite
c/o Clinica Pediatrica, Ospedale San Paolo, Via di Rudinì, 8, 20142 Milano
tel. 02 8911062, fax 02 89150125 – www.apmmc.it
COMETA ASMME – Associazione Studio Malattie Metaboliche Ereditarie
Via Vittorio Veneto, 12/a, 35020 Legnaro (Padova)
tel. e fax 049 9903303 – info@cometaasmme.org – www.cometaasmme.org
PKU Cometa Sicilia ONLUS – Fenilchetonuria
Viale Andrea Doria, 25, 95125 Catania
tel. e fax 095 439527 – nicplat@tin.it
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