Da un minimo di otto giorni (Bolzano) a un massimo di trenta (in sei Regioni) per la visita oncologica; da otto (ancora Bolzano) a sessanta (sette Regioni) per la TAC torace; da venti (Campania) a sessanta (Puglia) per l’intervento chirurgico per tumore alla mammella; da venti (Friuli Venezia Giulia) a novanta (Puglia) per il bypass aortocoronarico; da sessanta (Campania) a centottanta giorni (in sei Regioni) per l’intervento alla cataratta: Regione che vai, tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie che trovi!
Messe infatti alle strette per codificare e stabilire i tempi massimi di coda nelle ASL e negli ospedali, le Regioni stanno rispondendo all’appello lanciato dal Ministero della Salute, ciascuna, però, secondo modalità e tempi propri, cadenzati in base alla propria organizzazione e alle capacità organizzative e strutturali.
Alcune Regioni indicano prestazione per prestazione i tempi massimi di attesa, altre, invece, suddividono le prestazioni secondo “pacchetti terapeutici” e, ancora, separano le prestazioni ambulatoriali da quelle chirurgiche, assegnando per le prime (ambulatoriali) un tetto massimo di giorni di attesa e per le seconde (chirurgiche) un range di giorni collegato al percorso diagnostico del paziente per la singola patologia.
I progetti saranno ora valutati dal Ministero sulla base di una griglia ad hoc messa a punto verso la fine del 2006. Successivamente ci sarà la fase che sin d’ora si può definire “caldissima”, vale a dire l’applicazione delle delibere – e dunque il rispetto dei tempi massimi d’attesa – da parte di ospedali e ASL.
*Responsabile del Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva.
Un elenco curato dal Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici, con le principali novità, Regione per Regione, riguardanti i piani per il contenimento dei tempi d’attesa, è disponibile cliccando qui.
Cittadinanzattiva, tel. 06 367181, mail@cittadinanzattiva.it.
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