La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) – cui abbiamo già dato più volte spazio – è quell’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di individui con bisogni comunicativi complessi. Essa utilizza tutte le competenze comunicative dell’individuo, includendo le vocalizzazioni o il linguaggio verbale residuo, i gesti, i segni, la comunicazione con ausili e la tecnologia avanzata.
L’espansione delle indicazioni all’intervento – che attualmente includono non solo le patologie motorie, ma anche l’autismo, il ritardo mentale, le sindromi genetiche, la disfasia grave, le malattie progressive e molto altro – ha determinato negli ultimi anni un notevole incremento dell’interesse dei clinici.
Ed è ormai un percorso consolidato quello delle giornate introduttive a questa pratica clinica, organizzate già in varie città italiane dal Centro Sovrazonale di CAA (nato nel 2000 all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio – Bergamo) e dalla Fondazione Ariel, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Sindrome Cornelia De Lange, l’Associazione Italiana Sindrome Wolf-Hirschhorn (AISIWH), l’Associazione Italiana Sindrome X-fragile e l’Ambulatorio di Genetica Clinica di Milano.
Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 23 marzo a Treviso (Sala riunioni dell’Ospedale Santa maria di Ca’ Foncello, Piazza Ospedale, 1, ore 8.30-16.30), anche questa volta con l’obiettivo principale di dare una prima base formativa a neuropsichiatri infantili, psicologi, terapisti della riabilitazione, educatori, insegnanti, genitori ed altri operatori del settore, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche sull’argomento.
Parteciperanno, in veste di relatori, Eleonora Bergamaschi, logopedista, Antonella Costantino, neuropsichiatra infantile, Mara Marini, educatrice professionale e Angelo Selicorni, genetista clinico.
(S.B.)
Fondazione Ariel (Luisa Mondorio)
numero verde gratuito 800 133431, tel. 02 82242315
fondazione.ariel@humanitas.it.
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