Non vedenti e non udenti: canone sì o canone no?

È il dubbio sollevato da Paolo Osiride Ferrero, presidente della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) di Torino, in una nota ufficiale rivolta principalmente alla RAI, ma anche al Governo, per far sì che queste fasce di persone non vengano considerate come degli evasori, almeno fino a quando non saranno disponibili le appropriate tecnologie

Vecchio televisoreI disabili visivi e uditivi devono o no  pagare il canone della televisione pubblica? Questo il dubbio sollevato in una nota ufficiale da Paolo Osiride Ferrero, presidente della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) di Torino, che chiede anche di non considerare come evasori i disabili che non pagano il canone alla RAI.

«È stata lanciata dal Governo una forte, corretta e giusta campagna contro l’evasione fiscale – scrive Ferrero – e contro coloro che evadono il pagamento del canone di abbonamento televisivo. Abbiamo però l’obbligo di chiedere con  forza, non per motivi umanitari, ma semplicemente per giustizia, che non vengano considerati come “evasori” coloro i quali hanno problemi di cecità o di sordità riconosciuti da certificazione medica rilasciata dagli uffici di Medicina Legale delle ASL di competenza».

A parere di Ferrero, esiste in questo àmbito «una grave carenza legislativa che attualmente non sancisce alcun beneficio per queste fasce di persone. Riteniamo quindi del tutto ingiusto far pagare un servizio che non viene usufruito e utilizzato nella sua interezza. In tal senso la RAI dovrebbe attrezzarsi con tecnologie appropriate, affinché le persone non vedenti e non udenti potessero godere degli stessi benefici e diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle vigenti leggi in materia di pari opportunità e contro la discriminazione sociale, a difesa delle persone con disabilità, a partire proprio dall’articolo 3 della Carta Costituzionale».

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